Kastritis: “Squadra pronta a dare il 100%. Ho scelto chi vuole impegnarsi nel nostro sistema”
Il coach della Openjobmetis parla in vista della partita di Trapani, il suo esordio in biancorosso. «Non si può cambiare tutto in pochi giorni ma stiamo lavorando bene». Prolungato il contratto di Bradford

L’impressione – osservando per la prima volta uno spezzone di allenamento di Ioannis Kastritis e sentendolo parlare sul campo – è che l’arrivo del tecnico greco alla guida della Openjobmetis sia stato deciso con un paio di settimane di ritardo. Non per vincere le partite – contro Milano e Trento per i biancorossi sarebbe stata ugualmente dura con qualsiasi guida tecnica – ma per assorbire al meglio i dettami e le volontà dell’ex coach dell’Aris Salonicco.
Come promesso, e come preannunciato da tutti quelli che lo hanno visto lavorare in passato, Kastritis ha cambiato nettamente marcia all’intensità degli allenamenti. Nel cinque contro cinque finale – la parte di seduta aperta alla stampa – il volume del gioco appare ampiamente superiore al passato, con Kastritis che resta stabilmente vicino all’azione (quasi andando a “raddoppiare” sul playmaker che porta palla), alza la voce, incita, interrompe se è il caso i lavori. E poi ridà il via aumentando di un giro il tachimetro.
A due giorni dall’esordio in campionato sul campo di Trapani («Sono emozionato, ma non è la cosa più importante: ciò che conta è che la squadra si rimetta in pista e ottenga risultati per farci felici a fine stagione»), Kastritis guarda al lavoro svolto con pragmatismo ma è anche ottimista per il futuro. «In questo primo periodo abbiamo provato a stabilire quelle che saranno le nostre regole di gioco e la nostra cultura quotidiana. Cerchiamo la strada migliore per poter raggiungere la vittoria il prima possibile. Il processo, la filosofia, il lavorare l’uno per l’altro sono le cose più importanti e dobbiamo cercare di metterle in campo; se lo faremo allora potremo essere soddisfatti a fine partita. Non è realistico cambiare tutto in sei o sette allenamenti al completo (il riferimento è all’assenza fino a lunedì di Librizzi e Kao, impegnati in nazionale) ma sono molto soddisfatto del modo in cui tutti i nostri ragazzi hanno lavorato in questi giorni e come hanno affrontato l’intera situazione».
«E – prosegue coach Ioannis – sono molto ottimista per il futuro e per come andrà la nostra stagione. Non so quanto tempo ci vorrà per andare a regime; per me però la cosa importante è che tutti siano pronti a rispettare i piani e modi in cui vogliamo giocare a basket. Penso che la squadra sia pronta a dare il 100% e questo a me va bene. Poi se mi chiedete del mercato, è ovvio: continuiamo a collaborare con la dirigenza per osservare le varie opzioni che ci sono ed eventualmente intervenire per rafforzare la squadra. Ma a oggi guardo di più all’atteggiamento che ai ruoli».

È lo stesso Kastritis, inoltre, a fare il punto sulla scelta di dire addio a Jaron Johnson oltre che a Keifer Sykes. «Devo prendere le decisioni migliori per la squadra e questo ha a che fare con il tipo e lo stile di giocatori tra cui scegliere. Devo decidere quali sono i più adatti alla mia filosofia di allenatore e prendere quelli pronti a impegnarsi nel nostro sistema. Inoltre abbiamo un massimo di sei stranieri e ho preferito avere più giocatori in grado di portare palla e colpire dal perimetro».
Non a caso, poco dopo il discorso di Kastritis è arrivata l’ufficialità del prolungamento di contratto sino a fine stagione per Desonta Bradford. Il mancino nato in Tennessee e preso con un accordo che aveva per termine la data di oggi si è visto allungare la permanenza a Varese grazie ai buoni risultati personali ma anche alla duttilità tattica che lo contraddistingue. Bradford fino a qui ha segnato 8,8 punti di media con 2,2 rimbalzi, 2,7 assist e il 40% nel tiro da 3 punti. Può giocare guardia e ala ma all’occorrenza dà una mano a portare palla: insomma, nell’ottica dei quattro esterni dettata da Kastritis ha sicuramente diritto di cittadinanza. Come, probabilmente, l’avranno anche Abdel Fall e Nicolò Virginio: il basket del coach greco prevede una grande energia con conseguente dispendio di forze: logica vuole che le rotazioni possano allungarsi per permettere ai titolari di rifiatare e arrivare lucidi ai momenti cruciali.
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