Una riflessione potente e poetica sull’equilibrio tra uomo, natura e conoscenza: è questo il cuore di Brave New World, la personale dell’artista di Cuvio Francesco Panozzo, allestita fino al 30 aprile negli spazi monumentali della Cattedrale alla Fabbrica del Vapore di Milano. Curata da Maria Fratelli, la mostra – che combacia sul piano dei tempi con parte della settimana del Salone del mobile di Milano – propone un viaggio attraverso installazioni, sculture e video che interrogano il nostro tempo e indicano – come suggerisce il sottotitolo – “alternative possibili alla distopia incombente”.
Opera centrale dell’esposizione è Interazioni antologiche, straordinaria installazione che vede protagonisti i volumi di una Treccani del 1949 – destinata al macero – e ventotto famiglie di api. Ospitati all’interno di arnie appositamente allestite, i volumi sono stati accolti dalle api come materia viva, sanificata con la propoli e modellata in modo diverso da ciascuno sciame: alcune famiglie hanno ignorato i volumi, altre li hanno integrati nel loro habitat. Il risultato è una forma d’arte condivisa, nata dal dialogo tra sapere umano e intelligenza animale.
Panozzo affianca alla dimensione biologica della natura un approccio filosofico ispirato al Kohèlet, libro biblico che evoca la condivisione del sapere come strumento di convivenza armoniosa tra esseri viventi. La sua arte è un invito a ricucire il legame tra il pensiero umano e il ritmo spontaneo della natura, tra il lavoro quotidiano e il volo leggero della polvere nel vento.
Accanto a lui, studiosi come Paolo Gallerani, Stefano Maffei e Stefania Ravelli riflettono sul valore simbolico delle sue opere: l’enciclopedia come mostruosa forma di animalità umana, le api come incarnazione dell’ordine spontaneo e della co-autorialità biocentrica. Non oggetti da plasmare, ma soggetti dialoganti.
Il video documentario Infinito ritorno di Andrea Bersani arricchisce l’esperienza con una narrazione visiva che accompagna e amplifica i temi della mostra.
In un tempo segnato da crisi ambientali, polarizzazioni e paure, Brave New World propone una visione diversa: quella di un’arte che nasce dal rispetto, dall’ascolto, dalla convivenza. Un’arte che, come un aratro primordiale, traccia solchi nuovi per far germogliare semi di futuro.
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