“Altro che marginali nel mondo: l’Europa mette al centro la vita e dobbiamo esserne consapevoli”
Secondo il Professor Giorgio Vittadini, nel dibattito attuale che tende a considerare l'Europa come marginale, si perde di vista un aspetto fondamentale
Sabato 24 maggio, in occasione della presentazione del Rapporto “Sussidiarietà e… welfare territoriale” tenutasi a Varese, il Professor Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione Sussidiarietà, ha offerto una prospettiva significativa sul ruolo e sul valore dell’Europa nel panorama mondiale, ponendo un accento particolare sul suo modello di welfare.
Secondo il Professor Vittadini, nel dibattito attuale che tende a considerare l’Europa come marginale, si perde di vista un aspetto fondamentale: “l’Europa e l’Italia rappresentano l’unico luogo al mondo dove chiunque ha diritto fondamentale alla salute sancito dalla Costituzione, e dove esiste un sistema di assistenza welfare che copre dai bambini agli anziani e garantisce l’istruzione, indipendentemente dal censo, dall’origine o da altre condizioni”.
Questa centralità della persona si riflette anche nei dati: l’Europa, con l’8% della popolazione mondiale, consuma il 58% del welfare globale. Questa statistica sottolinea l’impegno sostanziale del continente verso il benessere dei suoi abitanti.
Vittadini ha tracciato un netto contrasto con altre realtà globali, citando gli Stati Uniti come esempio. Sebbene gli USA mostrino un’enorme produttività e potenziale di crescita, ha evidenziato che lì le persone possono morire per strada e il censo è un fattore determinante per la possibilità di vivere o meno. Questo differenzia radicalmente il modello europeo, dove “ogni persona, anche l’ultimo immigrato, ha il diritto di essere assistito come fosse il più ricco”.
Questa caratteristica unica conferisce all’Europa un peso nel mondo che può continuare a mantenersi, a patto che se ne sia pienamente coscienti.
La riflessione del Professor Vittadini ha posto al centro del dibattito la domanda fondamentale sul “welfare territoriale: la sua natura davvero universale e di qualità, le criticità che esso presenta, e la difesa della cultura e dell’identità europea” legate a questo modello di assistenza. Questa, a suo dire, è la domanda centrale.
Governance, disuguaglianze e riforme: a Varese il Rapporto che ridisegna il welfare italiano
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