Dal trekking all’aula, il viaggio di Susanna nel cuore del Nepal con Ngima Sherpa
Per ascoltare tutto il racconto del viaggio, l'invito è di partecipare alla cena nepalese il 14 giugno all’oratorio S. Giuseppe in via Azzate, 23 a Gazzada Schianno

Un viaggio che unisce passione per la montagna e solidarietà, con la possibilità di immergersi nella cultura del popolo Sherpa. Tanto che qualcuno ha deciso perfino di fermarsi in Nepal un mese.
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La spedizione organizzata anche quest’anno da Ngima Sherpa, nepalese di origine e cittadino varesino da quasi vent’anni, attraverso le associazioni Okhaldhunga Nine Hill Association e Nepal nel cuore ODV, ha regalato a Susanna, l’opportunità di vivere un’esperienza immersiva di volontariato. La giovane donna è partita per il Nepal insieme agli amici di Schools for a Better Future (https://www.schoolsforabetterfuture.org/it/build-a-school-for-the-sherpa-nepal), che sta costruendo a Chhermading, piccolo villaggio in un’area rurale remota del distretto di Okhaldhunga, e insieme a Okhaldhunga Nine Hill Association, una nuova residenza per studenti vicino alla principale scuola media che permetterà ad altri 50 studenti di raggiungere il livello di istruzione secondaria inferiore.
Dopo aver affrontato con il gruppo il trekking fino a Pikey Peak, Susanna ha scelto di restare per un mese a Damar, un villaggio dove ha insegnato inglese nella scuola locale e ha condiviso la quotidianità della comunità nepalese. «Era stato un desiderio che coltivavo dai tempi delle scuole superiori: fare un’esperienza di volontariato in un Paese lontano, con una cultura diversa dalla nostra. Quando ho conosciuto Ngima ho capito che potevo organizzare tutto con lui in modo diretto e genuino, senza intermediari». Un’esperienza fatta di semplicità, adattamento e relazioni autentiche. Ce la racconta pochi giorni prima del rientro in Italia.
Quanto è durata la tua permanenza in Nepal?
«Sono rimasta esattamente due mesi: sono partita il 1° aprile e rientrata il 30 maggio. Ho trascorso le prime due settimane a Kathmandu, dove ho fatto volontariato in un’associazione che si occupa di benessere femminile legato alle mestruazioni, un tema ancora molto delicato soprattutto nelle aree rurali. Successivamente, ho partecipato al trekking con il gruppo di Ngima e, dal 28 aprile al 26 maggio, sono stata a Damar, dove ho insegnato inglese nella scuola di Dhikure».
Quali sono stati i momenti più significativi?
«Dal trekking mi porto a casa i paesaggi spettacolari, la vista sull’Himalaya, la vegetazione rigogliosa come i rododendri alti anche dieci metri. A Damar, invece, ho trovato una serenità senza tempo, scandita dai ritmi naturali del sole. I momenti con i bambini della scuola resteranno con me: il loro entusiasmo, la curiosità e il modo diverso di affrontare le novità».
Hai incontrato difficoltà nell’adattarti?
«Meno di quanto immaginassi. Il cibo era buono e, anche se cucinavamo spesso con la stufa, mi sono adattata subito. La sfida maggiore è stata il tragitto quotidiano: circa 10 km a piedi tra andata e ritorno per raggiungere la scuola. Si fanno sentire sulle gambe».
Come sei stata accolta in quanto donna?
«Mi sono sentita accolta e rispettata, anche se ho vissuto in un contesto protetto, sotto la tutela di Ngima. Non ho percepito discriminazioni, piuttosto una suddivisione tradizionale dei ruoli uomo-donna. Le donne si occupano della casa, degli animali, dell’orto e dei figli, mentre gli uomini spesso lavorano fuori, anche come Sherpa o portatori. È una divisione pratica, legata alle esigenze del luogo Ma grazie alla scuola ho visto una buona partecipazione femminile: bambine e bambini erano presenti in numero simile».
Hai pensato a dei consigli da lasciare alle donne nepalesi?
«Ho cercato di imparare da loro, osservando la dignità con cui affrontano ogni giorno. Noi viviamo in una società veloce e carica di stress, mentre lì ho trovato un contatto più profondo con la natura e l’essenzialità. Forse l’unico ambito su cui servirebbe maggiore attenzione è quello sanitario, soprattutto per quanto riguarda la salute femminile».
Com’è stato insegnare per la prima volta?
«È stata un’esperienza nuova e stimolante. Mia madre è insegnante e mi ha aiutata a strutturare lezioni basate su giochi, canzoni e racconti. La sfida più grande è stata adattare le attività alla composizione variabile delle classi. Il livello di inglese era più alto del previsto, e anche se forse non capivano tutto, l’obiettivo era anche divertirsi insieme».
Chi ti ha supportato di più durante la tua permanenza?
«Ngimi Sherpa, una ragazza che ci aveva già accompagnati durante il trekking. Ha continuato a restare con me a Damar, accompagnandomi ogni giorno a scuola. Non parlavamo molto, perché non condividevamo una lingua comune, ma si è creato unrapporto di fiducia profonda. Spesso cucinava per noi, e io lavavo i piatti: ci siamo divise i compiti in modo naturale».
Le tappe principali del viaggio in Nepal con Ngima Sherpa sono state Bakhare, dove l’associazione ha consegnato alla scuola una stufa, oltre alle giacche e al materiale scolastico; Nalidanda, colpito da una frana dove la scuola è oggetto di lavori che verranno sostenuti; Damar, il villaggio nativo di Ngima, con la clinica “Dali Sherpa” intitolata a sua sorella morta al parto, dove sono stati consegnati medicinali; Chhermading, con la scuola, lo studentato in costruzione, un’altra clinica e un forno crematorio e infine l’orfanotrofio di Dikhure, dove sono stati consegnati vestiti, materassi e cuscini per i bambini ma anche riso, farina e generi di prima necessità. Sono state consegnate alle scuole e all’orfanotrofio anche donazioni economiche per sostenere le spese di vita e istruzione dei bambini.
Tutto questo è stato possibile grazie al supporto di amici come “Ecohimal” Varese; “Casa Alessia” Novara; “Dots and Loops” Canada; “Reggio Gas” Reggio Emilia; “Vogliamo la Luna” Reggio Emilia; “Erbacucca” Varese; ”Walter Coppe” Varese;
“Villa Bossi” Bodio Lomnago; “Naturelle” Varese; “CAI Varano Borghi”; “Kiwanis Insubria”; “Karuna Beyond Borders” Castiglione Olona; ”Schools for a better future” Gazzada e “Malawi nel cuore” Varese. Grazie anche a tante altre associazioni/enti/ scuole/soci/amici/volontari che ci sostengono da molto tempo.
Grazie a Martina Cocci per aver raccolto la testimonianza di Susanna.
Per ascoltare tutto il racconto del viaggio, l’invito è di partecipare alla cena nepalese il 14 giugno all’oratorio S. Giuseppe in via Azzate, 23 a Gazzada. Posti limitati, iscriviti su www.s4bf.org oppure tramite WhatsApp – Martina 349 099 1446
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