Due studentesse varesine dibattono sul futuro energetico allo “European Youth Event”

Matilde Mineo di 18 anni e Martina Penzo di 16 anni, entrambe del Liceo Scientifico "Ferraris" di Varese sono state selezionate per partecipare a un confronto ufficiale in lingua inglese di fronte a centinaia di giovani europei

debate strasburgo

Durante la sesta edizione dell’European Youth Event (EYE), tre studentesse italiane hanno preso la parola all’interno del Parlamento europeo per discutere del futuro energetico dell’Unione Europea. Matilde Mineo (18 anni) e Martina Penzo (16 anni), del Liceo Scientifico “Ferraris” di Varese insieme a Sofia Marchino (17 anni), di Torino, sono state selezionate per partecipare a un confronto ufficiale in lingua inglese di fronte a centinaia di giovani europei.

L’Eye è l’evento ufficiale del Parlamento europeo dedicato alla partecipazione giovanile: ogni due anni raduna a Strasburgo oltre 9.000 partecipanti tra i 16 e i 30 anni, provenienti da tutti gli Stati membri e da paesi terzi. Un’esperienza unica che intreccia politica, educazione, attivismo e cultura, offrendo workshop, conferenze, visite istituzionali, performance artistiche e dialoghi diretti con europarlamentari, esperti e rappresentanti della società civile.

In questo contesto, la International Debate Education Association (IDEA), insieme alla Società Nazionale Debate Italia (SNDI) e ad altri partner, ha organizzato un dibattito dimostrativo internazionale, nel quale le tre studentesse italiane si sono confrontate con una squadra lituana, sostenendo la tesi secondo cui “lenergia nucleare non può rappresentare il futuro energetico dell’Unione Europea”. Al termine del confronto, le ragazze hanno risposto a numerose domande poste da parte del pubblico, dando vita a un dialogo aperto e partecipato con giovani provenienti da tutta Europa.

A guidarle in questo percorso è stata Monica Bielli (23 anni), studentessa di Medicina e Chirurgia all’Università dell’Insubria, formatrice e giudice internazionale di dibattito, e allenatrice della squadra del Liceo Scientifico varesino. Bielli ha curato l’intera preparazione del team, accompagnandole in un percorso intenso fatto di studio, ricerca scientifica, costruzione delle argomentazioni e simulazioni in pubblico.

«Spesso si pensa al dibattito competitivo come a un semplice esercizio di retorica – spiega Bielli – ma in realtà rappresenta uno strumento potentissimo di educazione civica. Attraverso il dibattito si impara a distinguere tra opinione e dato, a costruire pensiero critico, a difendere la propria posizione rispettando quella altrui. È un invito alla complessità: a interrogarsi, a uscire dalle semplificazioni, a trovare modi per confrontarsi anche quando si parte da punti di vista molto distanti.»

Per Matilde e Martina questa non è stata la prima occasione di confrontarsi in un contesto internazionale. A marzo, insieme ad altri studenti del Ferraris e sotto la guida della coach Bielli, avevano partecipato al Nordic School Debate Tournament di Copenaghen. In quella sede si sono distinte discutendo temi di rilevanza globale, come le conseguenze del democratic backsliding in Georgia, la regolamentazione dei social media, la lotta al cambiamento climatico e altre questioni centrali per il futuro globale. Un’esperienza formativa che ha consolidato le loro competenze argomentative e la capacità di affrontare il dibattito come strumento di analisi critica e dialogo transnazionale.

Matilde commenta: «Sono molto soddisfatta, sia per il lavoro svolto come squadra sia per la qualità del confronto che ne è nato. Abbiamo preso una mozione apparentemente “tradizionale” e l’abbiamo affrontata in profondità, toccando non solo gli aspetti energetici e ambientali, ma anche quelli politici, sociali e giuridici. Il dibattito con la squadra avversaria è stato stimolante e ci ha permesso di rivedere alcune delle nostre certezze, portandoci verso una visione più articolata e condivisa del futuro energetico europeo che sogniamo. Credo che sia proprio questo il valore del dibattito: uno spazio in cui si mettono in gioco le idee, ci si ascolta davvero e si impara a costruire senso, insieme. Il nostro dibattito è stato un piccolo esempio di democrazia in azione. L’EYE  ci ha dimostrato come i giovani europei possano costruire una comunità coesa, dove il dialogo aperto diventa motore di cambiamento».

Martina, la più giovane del gruppo, aggiunge: «Mi ha colpito vedere così tante persone della mia età parlare di temi importanti senza paura. Il dibattito è stato stimolante, ma lo è stato anche tutto il resto: i workshop, gli incontri, l’atmosfera. È stata una bella occasione per confrontarmi con punti di vista diversi dal mio e per capire meglio cosa significa partecipare».

Negli ultimi anni, la pratica del debate si sta diffondendo rapidamente in Italia, grazie al riconoscimento del suo valore formativo da parte delle scuole e delle istituzioni. Nella provincia di Varese in particolare, il debate sta trovando terreno fertile, coinvolgendo un numero crescente di studenti e docenti, dalle scuole primarie fino agli istituti superiori. Progetti scolastici, tornei interni e attività extracurriculari stanno consolidando il dibattito come uno strumento stabile di educazione al pensiero critico e alla cittadinanza attiva.

Esperienze come quella di Strasburgo mostrano come il dibattito possa essere uno strumento efficace di crescita, non solo scolastica ma personale. A Strasburgo, Matilde, Martina e Sofia hanno semplicemente fatto quello che imparano a fare ogni settimana a scuola: prepararsi, ascoltare, argomentare. In un contesto diverso, più grande. Ma con gli stessi strumenti. E a volte, è proprio così che si inizia a sentirsi parte di qualcosa. Anche del futuro dell’unione europea.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Giugno 2025
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