Via il riferimento al Remigration, nella proposta del centrodestra di Gallarate rimane la condanna del razzismo
Le minoranze avevano presentato una mozione che censurava la concessione del teatro comunale. Il testo alternativo arrivato dalla maggioranza invece modifica a fondo, anche per condannare le contromanifestazioni a Milano. E senza citare l'ospitalità data al summit

La città di Gallarate «contro ogni estremismo, razzismo, xenofobia», ma senza nessun riferimento specifico al Remigration Summit svoltosi nella città.
È la proposta di testo che arriva dalle file del centrodestra, per modificare la mozione di censura proposta dalle minoranze dopo che il summit razzista era stato ospitato nel teatro Condominio, di proprietà del Comune.
Alla vigilia della seduta di consiglio, prevista nella serata di mercoledì 4 giugno, le forze di maggioranza hanno presentato il testo unitario. Che modifica a fondo in diverse parti il testo che era stato presentato dalle minoranze.
Scompare il riferimento alla gran quantità di agenti impiegati intorno al summit, scompare il riferimento alla concessione del teatro, scompare il passaggio che faceva riferimento ai «numerosi aderenti parte al manifesto “remigration”» che «sostengono apertamente posizioni che si richiamano apertamente ad idee e programmi di stampo xenofobo e razzista espressamente vietate in Italia dalla legge Scelba, Mancino e soprattutto in aperto contrasto con i principi fondamentali stabiliti dagli art. da 1 a 12 della Costituzione Repubblicana».

Dentro al testo invece s’inserisce la condanna delle «contro manifestazioni che si sono tenute a Milano» e sugli scontri con le forze dell’ordine, spostando il focus da Gallarate allo scenario più ampio. E in questo senso alla fine il testo mette nero su bianco che la città «prende posizione con fermezza contro ogni forma di sostegno, diretto o indiretto, a movimenti xenofobi, estremisti, antisemiti, anarchici e rivoluzionari o che incitino all’odio e alla divisione» (le parole in neretto corsivo si aggiungono all’aggiunta che viene fatta al testo originario).

Soprattutto scompare il passaggio della vera e propria censura della concessione «di una sala pubblica comunale per discutere di tesi politiche estreme in segreto e a porte chiuse, senza possibilità alcuna di verifica dei contenuti e delle opinioni espresse». La condanna esplicita, nella parte finale, è rivolta alle proteste violente a Milano.
Di fatto sono due testi – quello di maggioranza e quello di minoranza – completamente differenti. Ci sono margini di mediazione in consiglio?
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