Da Stabio al Vallese, la Popillia japonica ha colonizzato anche la Svizzera

Il coleottero giapponese si è rapidamente diffuso dall’Italia settentrionale al Ticino e al resto della Confederazione. Una recente pubblicazione di Agroscope raccoglie studi e conoscenze a disposizione

popillia japonica foto agroscope svizzera

La diffusione del coleottero giapponese (Popillia japonica) non preoccupa solo l’Italia. La sua presenza in Europa continentale è stata registrata per la prima volta nel 2014 vicino a Milano ma nonostante le misure di eradicazione e contenimento, il coleottero si è rapidamente diffuso, raggiungendo anche il territorio svizzero: nel 2017 la presenza è stata rilevata a Stabio (Ticino), vicino al confine.

Foglie e frutti divorati: è il momento dello “sfarfallamento” della popillia japonica

Entro la fine del 2024, vaste aree del Ticino e delle valli montane del Vallese a sud del Passo del Sempione erano colonizzate, e piccole popolazioni isolate sono state individuate anche a Kloten (Zurigo), nella regione di Basilea e nei Cantoni di Soletta e Svitto.Questo insetto è considerato particolarmente pericoloso a causa dei potenziali danni economici, sociali ed ecologici che può causare.

Si prevede che la sua diffusione continuerà in Svizzera, principalmente a causa delle attività umane come il commercio di prodotti vegetali e la circolazione di merci e persone. Il coleottero giapponese (Popillia japonica) è un parassita polifago, il che significa che si nutre di una vasta gamma di piante, con oltre 400 specie vegetali ospiti identificate, appartenenti ad almeno 79 famiglie. Gli adulti preferiscono piante coltivate come viti, drupacee (albicocchi, ciliegi, prugni, peschi), meli, vari tipi di bacche (fragole, lamponi, more, mirtilli), mais, soia, fagioli e asparagi, oltre a piante ornamentali come rose e glicini. Le larve, invece, si nutrono delle radici di graminacee, causando danni a prati e pascoli umidi, campi sportivi e altre superfici erbose irrigate. Si stima che, in assenza di misure di lotta, le perdite annuali in Svizzera potrebbero ammontare a decine o centinaia di milioni di franchi.Per affrontare questa sfida anche in Svizzera sono state attuate una combinazione di diverse misure fitosanitarie preventive, meccaniche, fisiche, biologiche, biotecniche e chimiche. Questo approccio integrato è essenziale poiché il coleottero si riproduce spesso anche al di fuori delle aree agricole, e le singole misure hanno un’efficacia limitata.

Il documento di Agroscope che illustra la diffusione e le politiche di contenimento messe in atto in Svizzera

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Pubblicato il 07 Luglio 2025
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