“Frazione Cerro” e le contestazioni al progetto per il Molo Sironi

Le regioni del nuovo comitato nato nella frazione lavenese e che si batte contro la modifica dell'area e il chiosco. Raccolte 200 firme su 300 abitanti: "Scelte imposte, nessun confronto con i residenti"

Progetto Cerro Laveno

Nella piccola e suggestiva località di Cerro, frazione di Laveno Mombello, l’inizio dei lavori per la riqualificazione dell’area dell’ex molo Sironi ha generato malumori e preoccupazione tra i residenti.
Il progetto prevede l’installazione di una struttura definita “container” proprio dall’architetto del comune, in una delle aree più amate e frequentate dai cittadini, soprattutto nei mesi estivi: proprio da questa definizione partono i promotori del comitato.
«Siamo rimasti molto male – racconta la presidente Monica De Gasperi – perché non c’è stato alcun confronto preventivo. Sarebbe bastato parlarne, ascoltarci. E invece si è proceduto lo stesso, senza alcuna partecipazione». Contestano che sia stato comunicato solo a posteriori tramite una foto pubblicata sul sito del Comune a fine maggio.

Non è di poco conto nemmeno la questione economica: il progetto, al centro di una petizione che ha già raccolto quasi duecento firme, ha un costo complessivo di 75mila euro, di cui 30.000 finanziati attraverso un bando regionale e 45.000 coperti dalle casse comunali. Una scelta che gli aderenti al Comitato contestano, ritenendo ci fossero priorità ben più urgenti per la frazione: «Pensiamo alla pulizia del lungolago, alla sistemazione della piazza, oggi piena di rattoppi».

Proprio l’ex molo Sironi, situato in fondo al lungolago, è oggetto di un progetto congiunto tra Comune e Demanio, che però da due anni non si concretizza per problemi burocratici. «Abbiamo dato anche su questo alcune indicazioni – spiega – perché ci sono criticità nello scarico delle acque che non sono state risolte. Inoltre, si vuole eliminare una storica panchina in pietra per sostituirla con un arredo urbano discutibile, buttando via altri soldi pubblici».

A far discutere anche la gestione delle spiagge: una parte della spiaggia è già stata data in concessione e, con il nuovo progetto, anche un ulteriore tratto – nell’area dove sorgerà il nuovo molo – verrà dato in gestione. «La nostra è sempre stata una spiaggia libera – spiega – e questo cambiamento ha creato dissapori. Non vogliamo entrare nel merito di cosa sia giusto o sbagliato, ma di certo rappresenta una discontinuità rispetto alla tradizione del paese».

Un altro motivo di preoccupazione è la sorte dei platani dell’area.
Uno, giovane, verrà sicuramente rimosso per fare spazio alla platea del chiosco. Ma a rischio – secondo il Comitato – ci sarebbe anche un platano secolare, le cui radici potrebbero essere danneggiate dagli scavi. «Speriamo non muoia – commenta con rammarico ancora Monica De Gasperi – perché sarebbe una perdita gravissima per il nostro lungolago».

Nonostante gli appelli e la speranza in un ripensamento, quest’oggi – 14 luglio – i lavori sono ormai iniziati. Ma l’esperienza ha lasciato una consapevolezza nuova: quella di una comunità pronta a mobilitarsi per la difesa del proprio territorio. Il collettivo, che comprende anche alcuni rappresentanti del “Comitato Bandiera Blu”, punta a ottenere nel 2026 il prestigioso riconoscimento per il lungolago di Cerro – oggi assente tra le località lombarde premiate sul Lago Maggiore.

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Pubblicato il 17 Luglio 2025
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