Luino, il 24enne accusato di aver ucciso il padre si chiude nel silenzio
Il giovane arrestato per l’omicidio del padre a Luino si è avvalso della facoltà di non rispondere: “Profondo disagio alla base del gesto”

Si è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte al giudice per le indagini preliminari di Varese Francesco Ammanuel Rezzonico, il ragazzo di 24 anni fermato a Luino con l’accusa di aver ucciso il padre.
Le uniche ammissioni riguardano le prime dichiarazioni pronunciate di fronte al Pubblico Ministero Carlo Parodi nella notte in cui è scattato il fermo di indiziato di delitto: frasi concitate legate ad un profondo disagio, e al fatto che il padre “se lo meritava”.
All’udienza di convalida, su cui il giudice Marcello Buffa si è riservato, (anche se è scontata anche l’applicazione della misura di custodia cautelare in carcere), era presente anche il pubblico ministero titolare delle indagini, oltre all’avvocato difensore, Eugenio Losco del foro di Milano.
L’avvocato non esclude che a breve verrà richiesta e disposta una consulenza tecnica psichiatrica sulle condizioni del giovane, da giorni in carcere e che sta subendo una condizione di “fortissimo disagio”. Complesso dunque, allo stato, ricostruire un preciso movente. “Non risulta che vi fossero dei dissidi di natura familiare, e quanto avvenuto non è da ricercarsi nel rapporto fra padre e figlio, ma in qualche cosa di molto più profondo che sta a monte“.
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