Elly Schlein a Varese: “È una vergogna che prosegua l’occupazione di Gaza, e il silenzio del governo Italiano è complicità”

Sanità pubblica, scuola per tutti, lavoro dignitoso, politica industriale sostenibile, diritti civili e sociali: La segretaria nazionale del PD in un lungo discorso ai varesini ha definito a Schiranna anche le cinque priorità per costruire l’alternativa

Elly Schlein alla Schiranna di Varese

La Festa del Partito democratico alla Schiranna si è chiusa con un appuntamento atteso da tempo da attivisti e simpatizzanti: l’incontro con la segretaria nazionale del PD, Elly Schlein.

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Elly Schlein alla festa della Schiranna a Varese 4 di 17

C’erano oltre 500 persone nell’area di solito dedicata alla balera e molte altre stavano sul prato esterno ad ascoltarla alle 18 di sabato 30 agosto: anticipata e presentata dalla Segretaria provinciale PD Alice Bernardoni, e dal senatore e componente della direzione nazionale Alessandro Alfieri.

BERNARDONI: “ERANO 13 ANNI CHE NON VENIVA A VARESE UN SEGRETARIO NAZIONALE”

«Dal 2012 non veniva un segretario nazionale alla Festa dell’Unità di Schiranna: a volte qui ci sentiamo un po’ periferia dell’impero, ed è per questo che questo momento è ancora più emozionante e importante – Ha detto Alice Bernardoni presentandola – Ringrazio i volontari che portano avanti le feste in tutta la provincia: dovrebbero essere qui con me, perché senza di loro non ci sarebbe nulla. Purtroppo, anche quest’anno, sui nostri tendoni sono comparse diverse scritte e svastiche. Non ci spaventano: non ci hanno spaventato quando hanno reinventato il remigration summit a Gallarate, né quando ogni anno a San Martino cercano di intimidirci. Noi andiamo avanti».

Delle Svastiche ha parlato anche il senatore, e membro della direzione nazionale PD, Alessandro Alfieri, nel suo discorso introduttivo: «La risposta a questi poveretti che riempiono di svastiche i nostri spazi di notte, da vigliacchi, sono le oltre 500 persone che oggi sono qui. La risposta è la gente», ha sottolineato.

Spiegando poi alla segretaria nazionale che: «La nostra è sempre stata una terra di sperimentazione: quando ci chiamavano l’‘Irpinia del nord’, la terra della Lega, siamo stati capaci di mettere insieme una coalizione che ha portato Davide Galimberti a diventare sindaco, e ad essere anche rieletto. Qui a Varese è cresciuta una nuova classe dirigente, e a Saronno abbiamo ottenuto un’altra grande vittoria con Ilaria Pagani. Da qui, ci permettiamo un consiglio: non facciamo l’errore di dire: “eh però la Meloni è brava, sono i ministri che sono pessimi”. Lei è furba, è lei che tiene il filo di tutto. E su questo dobbiamo essere molto chiari: non pensiamo che lei non c’entri, non cerchiamo la destra buona».

Anche Schlein ha citato i fatti avvenuti nella notte a Schiranna, proprio all’inizio del suo discorso: «Sono venuti dei delinquenti che hanno imbrattato la nostra bella festa e a loro voglio dire: la storia vi ha già sconfitti una volta, e continuerete a perdere. Di qui non si passa».

Svastiche e scritte offensive all’area feste della Schiranna

UN’ORA CON I SUOI SOSTENITORI VARESINI: PENSANDO INNANZITUTTO A GAZA

Il suo discorso ai varesini, durato quasi un’ora, ha analizzato a tutto campo le criticità dell’attuale governo italiano: innanzitutto, denunciando duramente il silenzio e la complicità dell’Italia riguardo all’occupazione di Gaza, la mancata condanna delle azioni israeliane, chiedendo sanzioni e il mancato riconoscimento dello Stato di Palestina. «Non posso che iniziare da ciò che accade fuori dai nostri confini – Ha infatti esordito Schlein – È una vergogna che prosegua, nel silenzio, l’occupazione criminale di Gaza da parte del governo Netanyahu e dei suoi ministri, che hanno detto apertamente di voler cancellare il popolo palestinese. Questo non lo possiamo accettare. L’Europa non ha una voce chiara, anche per responsabilità del governo italiano. Noi chiediamo sanzioni, la sospensione del memorandum militare e dell’accordo UE-Israele. Già 17 Paesi hanno votato per fermarlo, l’Italia invece ha votato contro».

Ha poi criticato la gestione economica del governo, evidenziando il mancato supporto a imprese e famiglie di fronte all’inflazione e ai dazi, e l’assenza di un piano concreto per il salario minimo e la riduzione del costo dell’energia, che penalizzano lavoratori e aziende  «Questo governo sta facendo perdere credibilità al Paese» ha detto, citando tre esempi secondo lei lampanti: «Primo: i dazi di Trump. Un danno enorme per le nostre imprese, fino a 20 miliardi di export in meno e 100.000 posti di lavoro a rischio. Giorgia Meloni minimizza, mentre altri governi si muovono. Secondo: le multinazionali americane. Il ministro Giorgetti ha concesso di non applicare la tassa minima globale del 15%. Una tassa già bassa, molto più bassa di quella che pagano i nostri artigiani e le piccole imprese. Terzo: la spesa militare. Hanno accettato l’aumento al 5% del PIL chiesto da Trump. Una scelta che mette a rischio il nostro welfare. Ma due cose si potrebbero fare subito: disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas, come hanno fatto Spagna e Portogallo. E introdurre un salario minimo: sotto i 9 euro l’ora non è lavoro, è sfruttamento».

LE CINQUE PRIORITÀ DI ELLY

Nel lungo e seguitissimo discorso, ha proposto un’agenda progressista basata su cinque priorità: la sanità pubblica universale, scuola pubblica di qualità, lavoro dignitoso, una politica industriale innovativa e la tutela dei diritti sociali e civili, inclusi quelli delle diverse tipologie di famiglie e il diritto alla casa, con l’obiettivo di costruire un’alternativa unita e radicata nei principi della «Nostra bellissima Costituzione antifascista».

«La prima priorità è la sanità pubblica – ha spiegato – In Lombardia c’è gente che aspetta anni per una visita. Chi ha soldi va dal privato, chi non li ha rinuncia. Con Meloni, da 4,5 a 6 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi. Abbiamo chiesto 5 miliardi subito per assumere medici e infermieri. Il governo ha detto no. Ma questa sarà la prima cosa che faremo». La seconda priorità «è la scuola pubblica. I nostri insegnanti sono tra i meno pagati d’Europa. Serve investire sui nidi, sull’infanzia, fermare il dimensionamento scolastico. Senza scuola non c’è ascensore sociale, e i poveri resteranno poveri».

Sulla qualità del lavoro e sugli investimenti invece per Elly Schlein: «Non si compete abbassando i salari, ma con qualità, ricerca, innovazione. Investendo in intelligenza artificiale ed economia circolare. Il nostro territorio è fragile. Ogni volta che piove, c’è paura. L’emergenza climatica va affrontata sul serio. Bisogna aiutare gli agricoltori non negando la crisi climatica, ma aiutandoli, e accompagnando le imprese nella transizione ecologica».

La quinta priorità: «Riguarda i diritti. La destra parla di famiglia, ma le famiglie sono tante e diverse, e lo sanno bene anche loro perchè ne hanno di famiglie così. Tutte meritano rispetto e tutela. Su questo, un tema centrale è la casa specialmente in questa regione: affitti insostenibili, studenti che rinunciano a studiare, 15.000 case popolari sfitte in Lombardia».

Per Schlein: «Serve un piano casa nazionale: ma in tre anni, malgrado lo chiediamo a gran voce, Giorgia Meloni non ci ha mai messo mano. Anzi, ha fatto due cose, in peggio:  prima un condono, e poi hanno tolto 330 milioni di fondo per l’affitto che i nostri amministratori usavano per sostenere le famiglie che non riuscivano più a pagare il canone. Quello è uno strumento fondamentale per chi si è trovato in difficoltà improvvisa e oggi rischia lo sfratto. Quel fondo va reintrodotto e va triplicato».

Infine: «In questa regione ci sono 15.000, ripeto, 15.000 case popolari sfitte.  Ma la Regione non ha ritenuto di investire quel poco che basta per fare le manutenzioni e affidare velocemente quelle case. In Emilia Romagna l’abbiamo fatto, quando era presidente Bonacini e io ero Vicepresidente, in sette mesi, liberando più di 700 case. Ora mi spiegate perché Fontana non si sveglia fuori e fa un investimento di Regione Lombardia per recuperare una parte di quelle 15.000 case vuote?».

In conclusione la segretaria del PD si è rivota agli ascoltatori dicendo: «Ecco, sono cinque priorità: sanità, scuola, ricerca, università, lavoro dignitoso, la politica industriale per far ripartire la manifattura italiana e i diritti. Ci stanno sulle dita di una mano. Fatele vostre, portatele in giro perché noi abbiamo bisogno di voi. Non bastiamo noi. Voi siete in grado di arrivare dove noi non arriviamo più, perché c’è tanta gente, che voi incontrate tutti i giorni, che ha chiuso le orecchie. Siete la carta più credibile per raccontare quello che stiamo facendo qui a Saronno, a Varese, nelle amministrazioni dove guidiamo. Quello che vogliamo fare per il paese è quello che vogliamo fare unendo le altre forze di opposizione su priorità concrete che che già condividiamo in Parlamento e nelle piazze».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Agosto 2025
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Commenti

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  1. Fabrizio Tamborini
    Scritto da Fabrizio Tamborini

    La complicità dell’Italia? Ma signorina Shlein su, sia seria.

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