Maschere da sub, cinturini e automotive: la storia della Fratelli Molina di Saltrio, piccola azienda che guarda al mondo
Il viaggio tra le imprese del territorio varesino approda a Saltrio, piccolo paese di confine, per raccontare la storia della Fratelli Molina Srl insieme a Valerio Molina, Managing Director dell’azienda
Seconda puntata per Materia d’Impresa, la rubrica di VareseNews condotta da Stefania Radman e ospitata nello spazio Materia, nuovo hub e sede della redazione. Dopo il debutto, il viaggio tra le imprese del territorio varesino approda a Saltrio, piccolo paese di confine, per raccontare la storia della Fratelli Molina Srl insieme a Valerio Molina, Managing Director dell’azienda fondata dal nonno negli anni Sessanta.
Dalla pietra, all’acciaio, alla plastica
Le radici della famiglia affondano nella tradizione degli scalpellini, i cosiddetti picasass di Saltrio e Viggiù. «Il mio bisnonno era uno di questi, lavorava la pietra come scalpellino – spiega Valerio – ma il nonno scelse un altro percorso: iniziò a sperimentare con l’acciaio e fondò l’azienda agli inizi del boom economico. I primi stampi erano destinati a prodotti in gomma, come le pinne subacquee. Negli anni Ottanta entrò in azienda mio padre, che ha portato innovazione tecnologica con i primi centri di lavoro a controllo numerico e i software CAD/CAM».
Valerio, oggi 41 anni, è entrato in azienda nel 2011 dopo esperienze di studio e lavoro in Italia e all’estero, tra stages in Australia, e esperienze in Ernst & Young e Unicredit. Il suo contributo principale è stato ampliare l’attività allo stampaggio delle materie plastiche, differenziare il portafoglio clienti e ottenere importanti certificazioni come ISO 9001 e IATF per l’automotive. «Lavorare nell’azienda di famiglia non è un’eredità automatica – spiega – Non è come passare la corona di un sovrano, bisogna sentirsi pronti, perché comporta responsabilità».

Una vocazione internazionale
Con sede a pochi passi dalla Svizzera, la Fratelli Molina ha sviluppato forti legami con il mercato elvetico, in particolare nella produzione di stampi per cinturini di orologi in gomma naturale. Ma i clienti non mancano anche in Germania, Slovacchia, Stati Uniti e in Italia. «Gli americani – racconta Molina – usano maschere subacquee che arrivano anche da Saltrio».
L’automotive resta un settore chiave, nonostante le pressioni sui prezzi e la concorrenza cinese. «La qualità e la specializzazione restano i nostri punti di forza – sottolinea – il cliente apprezza quando dietro un preventivo c’è trasparenza sui costi reali e sulla competenza tecnica»
Il settore degli stampi plastici è una delle eccellenze varesine, popolato da microimprese di 8-15 dipendenti che spesso collaborano tra loro per gestire commesse più grandi. «Si lavora in rete – spiega Valerio – scegliendo i partner in base al know-how. C’è una forte comunità». L’azienda conta oggi otto persone e produce una gamma incredibilmente varia di oggetti: cinturini, copriruote e loghi per auto, maschere antigas, componenti medicali, accessori per la rubinetteria e persino pinzette in plastica per incastonare pietre preziose.
A 40 anni, Valerio Molina ha però deciso anche di tornare a scuola: sta frequentando infatti un Executive MBA al Politecnico di Milano, con l’obiettivo di sviluppare un modello di crescita sostenibile per la sua azienda e, più in generale, per le PMI della provincia.
«È arrivato il momento di rinnovare le mie competenze – racconta – perché la sostenibilità deve essere economica ma anche ambientale. Per questo la mia tesi sarà sulla nostra azienda, ma vuole coinvolgere anche l’Università, e le parti sociali, nel mio caso la CNA».
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