Dare voce ai silenzi: Varese lancia un’alleanza contro la violenza economica di genere
Banca Generali, Anemos Italia e Comune di Varese organizzano un convegno al Salone Estense per analizzare il fenomeno
Dare voce ai silenzi, rendere visibile un abuso che non lascia lividi ma segna profondamente l’autonomia delle donne. È questo l’obiettivo della nuova alleanza territoriale nata tra Banca Generali, l’associazione Anemos Italia odv e il Comune di Varese, che il prossimo 1° ottobre porterà nel Salone Estense il convegno intitolato “Discriminazione economica e parità di genere: tra diritti negati e strumenti di riscatto”. L’obiettivo dichiarato è costruire un fronte comune tra realtà diverse, mettendo in rete competenze e risorse per scardinare meccanismi di controllo che spesso restano nascosti.
LA LIBERTÀ INDIVIDUALE
La violenza economica, spiegano gli organizzatori, non lascia segni fisici ma mina le basi della libertà individuale. È il controllo delle risorse, la manipolazione finanziaria che isola e rende dipendente la vittima. Può colpire una professionista a cui viene impedito di operare sul proprio conto corrente, una casalinga costretta a giustificare ogni spesa quotidiana, una lavoratrice che non può gestire il proprio stipendio, una madre separata che non riceve il contributo dovuto per i figli. È una violenza subdola perché rende la donna vulnerabile, bloccata in una condizione di dipendenza e priva di strumenti per ricostruire la propria autonomia.
NON CI SONO DATI
Uno degli ostacoli principali è la mancanza di dati. Durante la conferenza stampa è stato sottolineato come non esistano numeri in grado di fotografare con precisione la portata del fenomeno. Per colmare questo vuoto informativo, Anemos Italia Odv ha annunciato la firma di un protocollo d’intesa con l’associazione Manden, promotrice del primo Osservatorio Economico Nazionale nato in Campania, con l’obiettivo di raccogliere dati e sviluppare strategie di intervento più mirate.
DONNA E PRIVATE BANKING
Il coinvolgimento di un attore economico come Banca Generali dà a questa iniziativa un peso simbolico e pratico. Massimiliano Melegari, sales manager di Rete Banca Generali, ha spiegato che: «In un settore come quello della consulenza finanziaria, storicamente dominato dagli uomini, la banca ha intrapreso un percorso concreto verso l’inclusione femminile. Oggi conta 75 private banker donne in Lombardia e circa 500 consulenti impegnate a livello nazionale, e ha ottenuto la certificazione per la parità di genere, riconoscimento ufficiale dell’impegno nel creare ambienti di lavoro equi»
L’istituto promuove inoltre progetti di educazione finanziaria rivolti alle nuove generazioni, portando nelle scuole primarie attività che uniscono sport e alfabetizzazione economica per avvicinare ragazze e ragazzi a un tema ancora poco diffuso in Italia.
UNA LEVA STRATEGICA
Durante l’incontro è emerso un paradosso che racconta bene la complessità della questione: da un lato ci sono donne che, come private banker, gestiscono grandi patrimoni per i clienti; dall’altro ci sono donne a cui viene negata persino la libertà di fare la spesa quotidiana. Questo divario è il cuore del problema e il motore dell’iniziativa che a Varese punta a costruire consapevolezza e strumenti di riscatto. La parità di genere, hanno ricordato la vicesindaco Ivana Perusin e l’assessore Rossella Dimaggio, non è soltanto una questione di diritti ma anche una leva strategica per lo sviluppo economico.
LA CLASSIFICA DELL’ITALIA
«L’Italia si trova ancora all’87° posto per superamento del divario economico di genere. Il gender pay gap rimane una realtà consolidata e raggiunge punte del 32% nel settore finanziario e assicurativo» ha sottolineato Dimaggio.
«Se l’occupazione femminile arrivasse ai livelli di quella maschile, il Prodotto interno lordo nazionale crescerebbe sensibilmente: un’occasione cruciale per un Paese che da anni fatica a generare sviluppo» ha aggiunto Perusin.
LA PREVENZIONE PARTE DALL’EDUCAZIONE
«Anemos Italia lavora ogni giorno nelle scuole per insegnare comunicazione empatica, rispetto e capacità di riconoscere comportamenti violenti nelle relazioni. Solo intervenendo sulle nuove generazioni si possono scardinare stereotipi che alimentano discriminazioni e dipendenze economiche» ha spiegato Anna Marsella presidente dell’associazione.
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