Il Circolo Acli di Varese, scrigno dei valori sociali e culturali, guarda alle giovani generazioni
Con 500 iscritti, di cui 150 attivi, è il Circolo più grande della provincia. È al secondo piano della palazzina in via Speri della Chiesa a Varese e sta per aprire alla città un ampio spazio per mostre, dibattiti, incontri sui temi cari al mondo aclista

La tredicesima tappa del nostro tour alla scoperta delle Acli del Varesotto, dopo Ispra, Bergoro , Caronno Varesino, Curiglia, Cadero, Garabiolo, Tradate, Castellanza, Busto Arsizio, Saronno e Cairate e Uboldo arriviamo a Varese.
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La sede di via Speri della Chiesa a Varese è il centro di riferimento provinciale di Acli Varese. Qui hanno sede i principali servizi oggi richiesti dalla popolazione. In pieno agosto, all’orario di apertura, una coda di una decina di persone attende di entrare. All’ingresso un volontario smista le diverse richieste alle due sportelliste all’accoglienza.
Al secondo piano di questa palazzina, così affollata e frequentata, c’è il Circolo Acli di Varese. È un po’ lo scrigno dove è racchiusa la memoria della storia aclista varesina, ma è anche il cuore pulsante dell’aggregazione che nasce in conseguenza all’erogazione dei servizi Acli: 500 iscritti di cui una dozzina di volontari militanti attivi, locali a disposizione per coltivare i valori sociali e culturali delle Acli.
Dario Cecchin è il presidente, eletto durante l’emergenza sanitaria legata al Covid:
Era un momento di grave difficoltà e ho accettato l’incarico con spirito di servizio, perché credo fortemente in questa esperienza.
Lo strappo del 1969 fu vissuto anche a Varese
Il circolo di Varese ha una lunga storia e ha vissuto i cambiamenti del movimento nazionale: «In città c’era un circolo in ogni parrocchia – ricorda Dante De Cechi studioso della storia delle Acli cittadine – poi nel 1969, l’Associazione cristiana lavoratori italiani si slegò della Democrazia Cristiana, una scelta che non fu apprezzata dal Vaticano. Così si ruppe il nesso tra chiesa e Acli e anche i circoli varesini si distaccarono. Solo successivamente, grazie all’azione illuminata dell’allora presidente nazionale Gabaglio, ci fu un riavvicinamento e anche i circoli delle Acli tornarono ad avere un riferimento spirituale».
Nella sede di via Speri della Chiesa apre la mensa
La mensa era una risposta a chi doveva pranzare e non aveva tempo di rientrare a casa. Era un’offerta con una varietà di piatti caldi a prezzi calmierati
La prima sede delle Acli zonale fu in via Cavour. Ma è in piazza Beccaria che nasce il circolo Acli Varese come ricorda Giampaolo Morandi la cui moglie Ornella Aletti fu la prima coordinatrice insieme a Framarin: «Successivamente ci trasferimmo in via Speri della Chiesa. Era una ex tipografia e aveva un ampio spazio al piano terra dove aprimmo la mensa popolare. Il nostro intento è sempre stato quello di dare una mano ai lavoratori. Fu subito un servizio apprezzato, soprattutto dai bancari. Aveva, inoltre, una valenza sociale perché impiegavamo lavoratori molto fragili: ex detenuti, ragazze madri, che, così, ottenevano una reale possibilità. Per contenere i costi, eravamo noi volontari a svolgere molte mansioni. Io ero dipendente di un’azienda varesina e, nella mia pausa pranzo, venivo a servire ai tavoli».
La mensa ormai è chiusa da una ventina di anni, da quando i soci si sono resi conto che la concorrenza di fast food e paninoteche era troppo agguerrita e i costi erano diventati di gran lunga superiori agli introiti.
L’attenzione ai lavoratori e alle loro istanze venne dimostrata anche in altri modi. Racconta ancora Morandi: «Come circolo abbiamo sempre avuto a cuore la tutela e il sostegno dei lavoratori, i più deboli. Come quando noi aclisti andavamo fuori dalle fabbriche in sciopero a fare i picchetti: in questo modo i lavoratori potevano entrare e non subivano le ritorsioni dell’imprenditore. Portavamo avanti noi le loro istanze».
L’illuminata intuizione della Cooperativa La Castellanza
Sappiamo tutti la storia di quel circolo, la sua importanza per la città e l’evoluzione che ha avuto con la nascita di Varesenews proprio nei suoi locali
Oltre alla formazione e ai servizi, il Circolo Acli di Varese era sensibile, dunque, al tema del lavoro. Il Presidente Dario Cecchin ricorda il progetto che portò alla nascita della Castellanza: « Con il progetto “Movimento primo lavoro” sostenemmo la nascita della Cooperativa sociale “La Castellanza” per gestire il circolo operaio di Bosto e io stessi volli Marco Giovannelli alla presidenza del Circolo. L’idea ci permise di coinvolgere quanti si presentavano allo sportello “primo lavoro” delle Acli. Coinvolgemmo una cinquantina di giovani e cinque di loro accettarono, formando il primo nucleo di soci lavoratori».
La difesa del lavoro e dei lavoratori rimane al centro dell’attività del Circolo di Varese
Oggi come quasi mezzo secolo fa, il lavoro continua a essere uno dei cardini dei progetti al Circolo di Varese. Dario Cecchin racconta il progetto “Opportunità”: «Grazie al sostegno della Fondazione La Sorgente e in collaborazione con il CIL ( Centro Inserimento Lavorativo) del Comune di Varese oltre ad alcune generose cooperative sociali del territorio, abbiamo promosso il progetto “Opportunità” con cui abbiamo assegnato borse lavoro a persone estremamente svantaggiate: al termine di quella prima esperienza, sei lavoratori sono stati assunti. Così abbiamo riproposto lo stesso progetto alla Fondazione La Sorgente chiamandolo “Sostegno” con cui, oltre alla borsa, abbiamo riconosciuto anche spese di trasporto o tasse di iscrizioni a corsi di riqualificazione. Con questa seconda esperienza, altre due persone hanno ottenuto il contratto a tempo indeterminato».
Impegno culturale e sociale con un’attenzione ai giovani
La missione del Circolo Acli in centro a Varese non è quella di offrire servizi, dato che in via Speri della Chiesa tutti gli sportelli sono gestiti dal provinciale.
L’impegno del Circolo Acli Varese è soprattutto culturale e sociale
«Abbiamo sostenuto un corso di avvicinamento agli strumenti musicali bandistici per bambini – ricorda il presidente – abbiamo promosso e sponsorizzato mostre come quella dedicata a Don Lorenzo Milani lo scorso anno. I temi scelti nei nostri congressi sono sempre molto attuali e spesso anticipano il dibattito popolare. La nostra attività è rivolta prevalentemente ai giovani: per questo motivo abbiamo favorito il ricambio generazionale anche nel direttivo. Abbiamo coinvolto i giovani che lavorano in sede provinciale ad associarsi e a diventare protagonisti delle attività del circolo».
Collaborazione con le scuole e uno spazio espositivo e di aggregazione aperto alla città
La sede di via Speri della Chiesa consente di progettare e ideare proposte diverse e attrattive per un pubblico trasversale:
«Per il prossimo anno abbiamo pronto un progetto da attuare nelle scuole dedicato alla Costituzione. La sede in centro a Varese ci mette a disposizione spazi importanti per ospitare iniziative aperte alla città.
dove un tempo c’era la mensa, oggi c’è uno grande locale. Qui organizziamo la tombolata sociale, abbiamo proiettato film per il Circolo “Prendiamoci cura”, ospitato la mostra fotografica “Arteincentro”. Ora lo stiamo sistemando per trasformalo in uno spazio espositivo a disposizione di tutti i varesini per mostre, incontri, dibattiti così da perseguire appieno la nostra mission che è quella di formare e informare i cittadini.
«I giovani sono sensibili a molte delle tematiche che fanno parte del nostro DNA, occorre comunicarle meglio, in modo più fresco e immediato. Questo deve essere, oggi, il nostro compito: parlare ai più giovani con il loro linguaggio. Le Acli sono un patrimonio di valori sociali e cristiani di enorme valore: dobbiamo metterlo a disposizione delle nuove generazioni perché continuino a tenerlo vivo».
Il patrimonio culturale e sociale delle Acli a disposizione del territorio
Divulgare, incontrare, connettere: il Circolo Acli di Varese lavora per costruire reti, collaborazioni ampie su temi e sensibilità comuni: «Promuoviamo, per esempio, il GAS di Cavaria – chiarisce Cecchin – È un gruppo di acquisto solidale già esistente: non abbiamo voluto crearne uno novo, ma abbiamo aderito a una proposta esistente. Il Circolo crede fortemente nella collaborazione con altre realtà e reti, considerandola essenziale per la crescita sociale».
Qui troverete tutte le puntate del nostro reportage
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