“Invitiamo a una mobilitazione sempre più ampia perché nessuno sia complice del genocidio in atto a Gaza”
Stefania Filetti, segretario generale della Cgil Varese ha spiegato i motivi dello sciopero che ha riguardato le ultime 4 ore di lavoro e il presidio in piazza Libertà. Consegnate in prefettura le richieste
«Nessuno sia complice di ciò che sta avvenendo a Gaza». Stefania Filetti, segretario provinciale della Cgil, ha spiegato così la mobilitazione avvenuta oggi, venerdì 19 settembre a Varese. Il sindacato ha invitato i lavoratori a scioperare nelle ultime 4 ore del proprio turno e a unirsi in Piazza Libertà a Varese, davanti alla sede della Prefettura.
«Siamo qui per protestare contro la situazione in corso a Gazza e nei territori interessati dal conflitto – ha spiegato il segretario Filetti – Lo sciopero è necessario per compiere un passo in più e urlare con tutta la forza, l’indignazione e le richieste del sindacato che porteremo al Prefetto: stop al conflitto e al genocidio perchè questo è il “nome giusto” per spiegare cosa sta avvenendo nella Striscia, secondo voci indipendenti le vittime civili ammonterebbero a 67.000. Protezione dei civili: la nostra protesta è stata innescata dal costante e quotidiano tentativo di fare stragi di civili. La popolazione è affamata perché gli aiuti non passano, non sa come curarsi, e si trova in difficoltà non avendo più casa e non sapendo dove scappare.
Noi chiediamo al Governo italiano di fare molto di più di quanto fatto finora. Di richiedere l’istituzione di corridoi umanitari, di fermare gli accordi commerciali con Israele finché il conflitto non si concluderà. Questo è solo l’inizio di una mobilitazione che, si spera, diventi sempre più unitaria e forte».

Il volantino con le richieste è stato poi consegnato al Prefetto Salvatore Pasquariello il quale si è impegnato a inviare un’informativa al Governo.
All’incontro erano presenti la segretaria provinciale Cgil Stefania Filetti, accompagnata da Rappresentanti della rete degli studenti medi e dal referente del gruppo informale nato a seguito della raccolta di aiuti alimentari per Gaza.
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