Il Viandante da 10 anni al fianco degli ultimi. Tutto è iniziato con un tè caldo in stazione
L'intervista a Radio Materia a Maria Rosa Sabella che al centro diurno di Varese accoglie chi vive ai margini. Uno spazio dove si incontrano volti, storie e fragilità

A Varese, in via Tonale, c’è un posto dove l’accoglienza comincia con un caffè caldo e una doccia. Si chiama Il Viandante ed è il centro diurno dell’associazione Camminiamo Insieme ODV, fondato dieci anni fa da Maria Rosa Sabella.
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Ogni giorno qui passano decine di persone senza casa: uomini separati che dormono in macchina, giovani rimasti soli, donne che hanno scelto la strada per amore o per bisogno. «Tutto è iniziato con un thermos di tè alla stazione — racconta Maria Rosa — pensavo che a Varese non ci fossero senzatetto, poi li ho incontrati e ho capito che non potevo cambiare la notte, ma potevo rendere migliore il giorno».
Nella nuova puntata di Soci All Time, format radiofonico di Radio Materia realizzato in collaborazione con Csv Insubria, a raccontarsi è Maria Rosa Sabella dell’associazione Camminiamo Insieme ODV.
Il panino è solo un pretesto
Al Viandante si fa colazione, ci si lava, si pranza e si trova qualcuno disposto ad ascoltare. Non si distribuiscono solo panini, ma dignità. «Il panino è un pretesto — racconta Maria Rosa — serve per parlare, per guardarsi negli occhi. Hanno bisogno di sentirsi persone». Tra i frequentatori ci sono anche molti lavoratori: chi ha un impiego ma non una casa, chi vive in macchina e viene a stirarsi una camicia prima del turno. Negli ultimi anni sono aumentati anche i giovani, spesso espulsi da famiglie fragili. «A volte ci dicono solo: lasciatemi in pace. È la cosa più triste da sentire», aggiunge.
Nel centro ci sono anche sette donne, tutte rispettose delle regole. E poi ci sono le storie che restano nel cuore, come quella di Pablo, arrivato dal Brasile con la madre e il fratello: «Con noi ha scritto il suo primo curriculum, oggi ha una casa e un lavoro», ha raccontato Sabella alla radio.
Quello che serve davvero, dice Maria Rosa, non sono vestiti ma cibo, prodotti per l’igiene e borse rigide per chi deve tenere al sicuro le proprie cose. Dopo dieci anni, il Viandante resta un punto fermo per chi ha perso tutto, ma non la speranza.
«L’arte di vivere sta nel saper accogliere. Io porto a casa solo Maria Rosa, il resto lo lascio lì, dentro il cancello», conclude con queste parole l’intervista a Radio Materia Maria Rosa Sabella.
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