La nebbia e le campane: “Dal pelo dell’acqua in giù” racconta gli ultimi pescatori del lago di Varese
A Materia Spazio Libero una serata speciale ed emozionante, con il docufilm dedicato a una professione antica e che sta per scomparire. Non solo una professione, ma un universo
Una sala gremita, le luci abbassate e un silenzio denso di attesa. A Materia Spazio Libero, sede di VareseNews e dell’associazione Anch’io, è stato presentato il docufilm Dal pelo dell’acqua in giù, opera prima dei registi Davide Guerra e Lucas Berardi, un viaggio poetico e struggente nella vita e nella memoria di uno degli ultimi pescatori professionisti del lago di Varese.
Il progetto nasce da un’idea di Lucas Berardi, originario di Sesto Calende: «Volevo raccontare il lago non dal punto di vista dell’inquinamento, come si fa spesso, ma attraverso gli occhi di chi lo vive, di chi lo conosce davvero». A colpirlo è stata la figura di Gianfranco Zanetti, classe 1947, pescatore da una vita. Da lì l’incontro con Davide Guerra e la decisione di raccontare quella storia in modo libero, personale, senza l’impostazione classica del documentario ma con uno stile vicino al cinema.
«Abbiamo eliminato le interviste, abbiamo scritto la storia come si scrivono i film – ha raccontato Guerra –. L’obiettivo era fare qualcosa di intimo, lasciando spazio ai silenzi, alle immagini, alla voce di chi il lago lo conosce da sempre».

“Il lago è la mia seconda mamma”
Il cuore del film è Gianfranco, pescatore di poche parole e gesti precisi. Con la sua voce rotta dal tempo e dall’emozione, racconta un mondo che sembra lontano, ma che ha ancora radici profonde nelle acque del lago. «Per me il lago non è quello che vedete voi. Per me il lago è dal pelo dell’acqua in giù», dice in uno dei passaggi più toccanti del film. Un modo semplice ma potente per indicare che il lago non è solo superficie, ma profondità, storia, lavoro e vita.
Nel documentario, Gianfranco racconta di come da bambino saliva sulla barca con il padre e beveva l’acqua del lago. Spiega come si impara a pescare non con le parole, ma con l’esempio e l’errore: «Papà era geloso. Doveva farmi imparare senza dirmi niente. Ma se sbagliavi, te lo faceva capire».
Una finestra su un mondo che sta scomparendo
Alla proiezione è seguita una lunga chiacchierata con il pubblico, tra curiosità tecniche e riflessioni sul senso del documentario. Berardi e Guerra hanno raccontato i retroscena della lavorazione – solo cinque giorni di riprese, distribuiti su due anni – e l’emozione di avere testimoniato un mondo al tramonto.
«Quello che mi ha colpito di più è stata la solitudine sulla barca – ha detto Berardi –. Gianfranco mi ha raccontato di quando, nella nebbia, si orientavano ascoltando le campane dei paesi. È un superpotere che oggi nessuno ha più».
Nel corso dell’incontro è intervenuto anche il fratello di Gianfranco, custode della storia della famiglia Zanetti e della memoria dei pescatori del lago: «Nel 1922 i pescatori acquistarono i diritti di pesca per 500.000 lire, una cifra enorme. In quegli anni si pescavano anche 600 quintali di pesce persico all’anno. Oggi, con fatica, se ne prendono dieci in un giorno».
Uno dei messaggi più forti del film e della serata è stato il rapporto tra uomo, natura e tempo. Il lago è cambiato, a lungo l’inquinamento ha lasciato un segno profondo, e anche se oggi è diventato in più punti balneabile, la pesca professionale è ormai una rarità. Eppure, Gianfranco continua a uscire ogni giorno, anche se «oggi come oggi il lago di Varese non dà da vivere».

«Il tempo passa e porta via delle cose – ha detto Guerra –. Ma non è un messaggio negativo. È accettazione, non rassegnazione. E questo è un insegnamento che Gianfranco ci lascia».
Il film, già premiato in Italia e all’estero, continuerà il suo percorso nei festival, ma il lavoro dei due registi non si ferma: stanno già lavorando a un nuovo documentario, dedicato a un giovane falegname delle alture liguri, simbolo di un mestiere antico che, in questo caso, rinasce.
La proiezione del film documentario era un’anticipazione di Glocal Doc, il festival del documentario dentro a festival Glocal, a Varese a partire dal 2 novembre. Qui il programma completo
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