Lavori in via Pascoli a Luino, Artoni: “La città dei bambini chiude le porte proprio a loro”
Il capogruppo di "Azione Civica per Luino e Frazioni" critica la decisione del Comune di chiudere la strada che porta alle scuole di Voldomino: “Scelte senza buon senso e senza consultare nessuno”

“C’è qualcosa di ironico – o forse di tristemente coerente – nel vedere una città che si definisce ‘la città dei bambini’ programmare lavori che impediranno ai bambini stessi di raggiungere la scuola”. A dirlo Furio Artoni, capogruppo di “Azione Civica per Luino e frazioni” e promotore degli Stati Generali del centrodestra, che interviene sulla chiusura prevista di via Pascoli a Voldomino.
“C’è qualcosa di tragicamente ironico nel vedere una città che si autodefinisce la città dei bambini programmare lavori che di fatto impedirebbero l’accesso alle scuole proprio ai bambini” scrive Artoni. “O forse dovremmo dire: c’è qualcosa di coerentemente grottesco, se consideriamo che quelle orme rosse dipinte sui marciapiedi – pensate per segnare il passaggio gioioso dell’infanzia – sono ormai diventate il simbolo perfetto di un’amministrazione che blocca iniziative”.
Al centro della questione c’è la chiusura totale di via Pascoli, prevista per circa un mese, per consentire interventi su un muro transennato da anni. Una tempistica che, sottolinea Artoni, cade in pieno anno scolastico, con un asilo e una scuola primaria perfettamente operative. “Luino è una città amministrata da persone che evidentemente considerano i bambini una variabile trascurabile nelle equazioni della gestione pubblica. Curioso, per la città dei bambini”.
Il tema, aggiunge Artoni, “non riguarda solo il disagio logistico ma la sicurezza. Come ha sottolineato giustamente l’avvocato Andrea Pusceddu, presidente della Scuola dell’Infanzia di Voldomino, la chiusura totale della via impedirebbe l’accesso a qualsiasi mezzo di soccorso. Parliamo dell’incolumità di decine di bambini e dei residenti”.
“E qui viene il punto dolente: nessuno ha consultato il Presidente dell’Asilo – continua Artoni -. Nessuno, si presume, la dirigente della scuola elementare. Si è deciso come se quelle due realtà fossero fantasmi burocratici, fastidiosi ingombri in una via che serve solo a far passare ruspe e operai.La domanda sorge spontanea: questa maggioranza di sinistra, così attenta ai simboli e alle narrazioni – le orme rosse, i convegni sulla città dei bambini, le foto di rito davanti alle scuole : siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che tra lo slogan e la realtà c’è un abisso che neanche un mese di lavori stradali potrebbe colmare?”.
“Perché vedete, cari amministratori, dipingere orme rosse è facile – conclude il capogruppo -. Programmare un cantiere considerando la sicurezza dei bambini richiede competenza e quella banale cortesia istituzionale che si chiama “consultare chi di dovere”. Cose che, evidentemente, scarseggiano. Quelle orme rosse sui marciapiedi resteranno solo quello che sono diventate: il segno di un blocco, di un’immobilità decisionale mascherata da buone intenzioni. E la “città dei bambini” rimarrà solo un bel titolo per qualche depliant turistico, mentre i bambini veri continuano a essere dimenticati nelle decisioni che contano davvero. Come diceva Leo Longanesi, ‘in Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco‘. In questo caso, l’arabesco si chiama Via Pascoli chiusa, e la linea più breve sarebbe stata consultare chi nelle scuole ci lavora tutti i giorni. Ma forse era chiedere troppo”.
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