Pezzi unici a Besnate: identità e storia della Meccanica Besnatese
Intervista a Fabrizio Severnini, amministratore unico
C’è una linea sottile, ma solidissima, che attraversa tre generazioni e lega il dopoguerra italiano all’industria meccanica di oggi: è la storia della Meccanica Besnatese, un’azienda familiare di Besnate, dove la passione per la precisione e il lavoro ben fatto è diventata tradizione di famiglia.
Dalla ricostruzione alla terza generazione
«L’azienda nasce da mio nonno, il papà di mia madre – racconta Fabrizio Severgnini, oggi amministratore unico della società, nella puntata del 27 ottobre di Materia d’Impresa – Dopo la guerra, come tanti, si sono reinventati e hanno iniziato con le classiche lavorazioni di tornitura e fresatura. Poi è arrivato mio padre, e da trent’anni ci sono anch’io».
Nel tempo, la Meccanica Besnatese è cresciuta mantenendo salda la propria identità artigianale ma aprendosi all’innovazione. «Oggi facciamo lavorazioni conto terzi di particolari meccanici e, da quindici anni, abbiamo anche un nostro prodotto: sistemi lineari per l’automazione, per diversificare l’offerta ai clienti».
Tre generazioni legate da una stessa passione per la meccanica, ognuna portando il proprio contributo. «Ognuno ha introdotto l’innovazione del suo tempo, sia con la formazione che con l’esperienza. È stato il nostro modo di crescere e di restare al passo con i tempi».
La Meccanica Besnatese è sempre rimasta a Besnate, dove la meccanica è di casa. «È un territorio con un tessuto industriale forte e una grande cultura tecnica – spiega Severgnini – In passato c’erano forse più aziende del settore, ma i rapporti tra quelle rimaste sono ottimi. C’è collaborazione, anche tra potenziali concorrenti: se uno può aiutare l’altro, lo fa. Questo arricchisce tutti e ci permette di offrire soluzioni migliori ai clienti».
L’azienda lavora soprattutto in Lombardia e nel Nord Italia, e la vicinanza geografica è un vantaggio competitivo. «Essere vicini ai clienti aiuta: possiamo collaborare direttamente con i loro uffici tecnici, vedere il prodotto, discutere insieme le soluzioni. Noi non vogliamo essere meri esecutori, ma partner di progettazione. Anche per questo ci piace parlare di un rapporto “a chilometro zero”».
I “sarti” della meccanica
Ogni pezzo realizzato dalla Meccanica Besnatese è unico. «Non facciamo produzioni di serie – spiega Severnini – ma attrezzature, prototipi, piccole serie speciali» Insomma, sono un po’ dei “sarti” della meccanica: cuciono soluzioni su misura. Questo approccio richiede flessibilità e competenza, ma apre anche nuove opportunità. «Lavorando in settori diversi – dall’automazione all’energia, dal medicale all’alimentare – capita spesso di trasferire soluzioni da un campo all’altro. È un continuo scambio di idee».
Oggi l’azienda conta 18 collaboratori e continua a investire in tecnologia. «Negli ultimi anni abbiamo introdotto macchine a cinque assi, sistemi pallettizzati e inserito un ingegnere interno per offrire anche servizi di progettazione. Stiamo avvicinandoci all’automazione e persino all’intelligenza artificiale, passo dopo passo. Il mercato chiede questo, e noi vogliamo esserci».
Non mancano le sfide: «La più grande è trovare personale qualificato. Tornitori e fresatori oggi scarseggiano, ma sono figure ben retribuite e fondamentali. È un mestiere che merita di essere riscoperto».
Il mercato della meccanica, racconta Severgnini, richiede oggi una visione flessibile. «Non abbiamo mai avuto una visibilità lunga: due o tre mesi al massimo. Ma ci siamo sempre adattati, e continueremo a farlo. La chiave è avere persone capaci di cambiare insieme al mercato».
E sul futuro della quarta generazione, sorride: «Ho due figli, ma non li spingo a seguire le mie orme. Io ho avuto la fortuna di fare il lavoro che mi piaceva: auguro a loro la stessa cosa. Se poi vorranno entrare in azienda, le porte sono aperte».
Il prossimo appuntamento di Materia d’Impresa è per giovedì 30 alle 14.30: protagonista sarà Michela Conterno di Lati, azienda leader dal 1945 per le termoplastiche
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