Riparte Generazione d’Industria da quindici anni ponte tra formazione e lavoro

Rinnovato nella sede di Eolo il protocollo con Provincia e UST. Da Kpmg un metodo per capire il valore creato per studenti e aziende

Economia varie

«Generazione d’Industria è una definizione bellissima (a coniarla è stata Alba Ciserani responsabile area education e capitale umano di Confindustria Varese, ndr), perché parla di creazione e di futuro e allo stesso tempo richiama l’operosità del nostro tessuto produttivo».
Per Giuseppe Carcano le parole sono importanti. Il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale ha ricordato che il termine “formazione”, va al di là dell’istruzione e richiama la Bildung dei romanzi di crescita della letteratura tedesca: un percorso che non si limita a trasmettere nozioni, ma contribuisce a costruire la persona.
Con questo richiamo al senso più profondo dell’educazione si è aperto a Busto Arsizio, nella sede di Eolo, società benefit e partner storico dell’iniziativa, il quindicesimo anno di Generazione d’Industria, il progetto di Confindustria Varese nato nel 2011 con un protocollo d’intesa firmato insieme a Provincia di Varese e UST e oggi riconosciuto come una delle migliori pratiche del sistema confindustriale. (nella foto da sinistra: Letizia Conti, Tiziano Barea, Giuseppe Carcano, Ilaria Pasquali, Marco Magrini,  Chiara Brunisso, Maurizio Russotto)

UNIRE SCUOLA E IMPRESA

A introdurre i lavori  è stata Ilaria Pasquali, responsabile delle risorse umane di Eolo. «Per noi è un onore ospitare un momento che unisce in modo concreto scuola e impresa. Le aziende non possono sottrarsi alla responsabilità di accompagnare i giovani nella scoperta del lavoro e nel dare valore ai loro talenti».
L’incontro ha offerto uno sguardo ampio sul sistema formativo provinciale, definito da Carcano un vero “Tetris” di indirizzi e percorsi, ma anche una ricchezza che necessita di strumenti per orientare famiglie e studenti.

UNA REGIA CONDIVISA

Il presidente della Provincia Marco Magrini ha evidenziato la necessità di lavorare in rete: investimenti su edifici e palestre scolastiche, saloni dell’orientamento con testimonianze di lavoratori e un’attenzione particolare all’inverno demografico che nei prossimi anni ridurrà il numero di studenti. Per affrontare queste sfide, ha sottolineato, serve una regia condivisa tra istituzioni, imprese e mondo scolastico. Quindici anni di Generazione d’Industria sono stati raccontati attraverso l’esperienza di chi ne è stato promotore fin dall’inizio. «Quando abbiamo immaginato questo progetto – ha spiegato Tiziano Barea, imprenditore e tra i fondatori – ci siamo chiesti cosa avremmo desiderato noi da studenti: entrare in azienda, scoprire le tecnologie, capire le opportunità del territorio e scegliere il percorso successivo con maggiore consapevolezza. L’idea era costruire un’occasione concreta per incontrare le imprese, non una semplice settimana di stage».
L’ammontare complessivo delle borse di studio ha raggiunto circa un milione di euro. «L’obiettivo resta quello di creare un punto d’incontro stabile: le imprese hanno bisogno di giovani preparati e motivati, e i ragazzi di esperienze che li aiutino a orientarsi davvero».

I PROJECT WORK

In quindici anni per Generazione di industria sono state coinvolte oltre settanta imprese, nove istituti tecnici industriali e undici tecnici economici. Ben 756 studenti hanno ricevuto borse di studio al merito.
Il programma 2025-2026 conferma questa impostazione con attività sempre più mirate. I project work, sviluppati insieme alle imprese partner, spaziano dall’intelligenza artificiale (Eolo) alla sostenibilità e ai bilanci non finanziari (Kpmg), dallo sviluppo aeronautico (Secondo Mona) alle soluzioni idrauliche industriali (Ficep), fino ai servizi digitali per aeroporti (Sea) e a un’indagine sul mondo scolastico provinciale curata da Fogliani.
Accanto a queste esperienze sono previste visite aziendali, percorsi di formazione scuola-lavoro e stage prolungati, oltre a momenti di aggiornamento per docenti e referenti scolastici. Confermati anche i grandi appuntamenti: il Talent Day del 5 marzo alle Ville Ponti di Varese la presentazione e discussione dei project work con la premiazione delle borse di studio e l’Education Day, previsto a maggio.

VALUTAZIONE D’IMPATTO

Chiedersi quale cambiamento si vuole generare e come fare a misurare gli impatti sui beneficiari e nel contesto della società è un punto fondamentale. «Oggi le imprese non si accontentano di sapere quanto costa un progetto: vogliono capire quali benefici crea in termini di competenze, occupabilità e sviluppo della comunità» ha spiegato Maurizio Russotto di Kpmg, che insieme alla collega Chiara Brunisso ha messo a punto un modello per valutare in modo sistematico i risultati.
Il metodo si ispira alla teoria del cambiamento: parte dagli obiettivi sociali ed economici che si vogliono raggiungere – formare giovani preparati e favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro – e definisce indicatori misurabili lungo tutto il percorso. «Non basta contare quante visite aziendali o quante ore di formazione organizziamo – ha osservato Brunisso – . Occorre capire se i ragazzi hanno acquisito fiducia nelle proprie capacità, se conoscono meglio le imprese del territorio, se si sentono più preparati ad affrontare un colloquio o a scegliere un percorso di studi tecnico».
Per questo saranno utilizzati questionari, interviste e focus group, così da raccogliere dati comparabili nel tempo e offrire alle aziende un quadro chiaro dell’efficacia delle attività. Le informazioni saranno condivise con le imprese partner, che potranno inserirle nei propri bilanci di sostenibilità e rendicontare in modo trasparente il valore creato.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 07 Ottobre 2025
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