“Potete contare sul 112”: a Materia la CUR di Varese spiega come funziona il numero unico d’emergenza
Il coordinatore Simone Carradore ospite a "La Materia del Giorno" racconta procedure, localizzazione, chiamate improprie e tecnologia del Numero unico di emergenza nato quindici anni fa proprio a Varese
Che cosa succede quando componiamo il 112? Chi risponde, come viene trovata la nostra posizione, quali informazioni servono e perché è fondamentale non usare il numero per richieste che nulla hanno a che fare con l’emergenza? La puntata di lunedì 24 novembre de La Materia del giorno, in diretta dalla sede di VareseNews Materia, ha dato risposte grazie al Simone Carradore, coordinatore della CUR di Varese, la prima centrale italiana da cui quindici anni fa è partito il Numero unico di emergenza.
«Il Nue 112 – ha spiegato Carradore – è il numero che la comunità europea ha individuato come numero unico per tutte le emergenze», oggi attivo in diciassette regioni italiane e al servizio di «cinquanta milioni di abitanti, dieci milioni nella sola Lombardia e quattro milioni nell’area gestita dalla nostra centrale» . Una realtà che ogni giorno riceve «circa cinquemila telefonate», un flusso che copre un territorio che va dalla provincia di Varese a quelle di Como, Lecco, Monza-Brianza e all’Alto Milanese.
Quando va davvero chiamato il 112? «È un servizio di emergenza» ha ribadito Carradore. È un numero utile quando si ha bisogno di un intervento immediato di polizia, carabinieri, vigili del fuoco o soccorso sanitario. Eppure non mancano gli usi impropri: «C’è chi ci chiama per sapere dove pagare una multa o quali farmacie sono di turno, ma noi gestiamo solo le emergenze» ha spiegato. Telefonate di questo tipo finiscono per occupare linee che dovrebbero restare libere per chi si trova davvero in pericolo .
Come è organizzata una centrale?
Ampio spazio è stato dedicato anche a ciò che accade dopo la risposta dell’operatore. L’intero processo è rapidissimo: «L’operatore della CUR localizza l’evento e capisce la natura dell’emergenza», poi trasferisce la chiamata all’ente competente, ovvero polizia, carabinieri, vigili del fuoco o 118. «L’ente di secondo livello non deve rifare ciò che abbiamo già fatto noi» ha chiarito Carradore, sottolineando l’importanza della velocità e della precisione nel primo filtro .
La localizzazione è un punto chiave del servizio. «Riceviamo quasi istantaneamente il dato di localizzazione», ha spiegato il coordinatore. Nel 2023 «più del novantacinque per cento delle chiamate» è stato localizzato tramite almeno uno dei sistemi attivi, compresi quelli basati su GPS .
Come è organizzata una centrale?«Lavoriamo su turni di otto ore, con dodici operatori di giorno e sei o sette di notte», un assetto che rispecchia la variazione del volume di chiamate. Gli operatori del 112 sono «tecnici laici», non appartenenti alle forze dell’ordine, ma formati intensivamente per acquisire autonomia nel giro di un mese. Devono saper mantenere «calma e professionalità anche davanti a situazioni drammatiche», perché la componente emotiva è inevitabile ma deve rimanere sotto controllo per garantire un intervento efficace.
NUE 112: informazioni pratiche
Nel finale, la puntata ha sciolto alcuni dubbi molto diffusi. «Si può chiamare il 112 anche senza SIM o senza credito» se il telefono aggancia una rete; in caso di caduta della linea «richiamiamo sempre noi», motivo per cui non bisogna usare il telefono subito dopo; la dicitura “solo SOS” significa che «si può fare solo la chiamata di emergenza, non che il telefono è guasto» .
Tra le novità, il nuovo sito del 112, attivato nei giorni delle celebrazioni per i quindici anni della centrale varesina: «Uno strumento in più per diffondere la cultura dell’emergenza». E l’app Where Are You, che permette di chiamare anche senza parlare grazie a una funzione chat: uno strumento che «in molti casi si è rivelato determinante» .
La puntata si è chiusa con il messaggio più diretto: «Per qualsiasi emergenza chiamate l’uno uno due, noi ci siamo e siamo qui per aiutarvi» .
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