Paolo Romano a Gavirate racconta la sua esperienza con la Sumud Flottilia
Il consigliere regionale del Partito Democratico (PD) Paolo Romano è stata ospite in sala Muraper parlare, della sua esperienza
Il consigliere di Regione Lombardia del Partito Democratico (PD) Paolo Romano è stata ospite in sala Mura a Gavirate per parlare, della sua esperienza sulla Global Sumud Flottilla.
La serata è stata introdotta dal segretario del PD di Gavirate, Pierluigi Lucchina, che ha voluto sottolineare l’importanza della giornata di ieri, 25 novembre, “Giornata contro la violenza sulle donne”, e delle misure di contrasto promosse dal partito di centrosinistra: «È l’occasione per ribadire l’importanza dell’introduzione nelle scuole di un’educazione sessuo-affettiva così da prevenire la violenza di genere che, purtroppo – ha ribadito Lucchina – registra ancora molti casi anche sul nostro territorio».
Il segretario ha, poi, lasciato la parola al membro della Flottilla: «La missione umanitaria nasceva da un senso di impotenza sia come cittadino, sia come membro delle istituzioni. Volevo mettere in atto scelte concrete» ha raccontato Romano – Volevamo provare a dimostrare che il silenzio, la complicità dei governi europei, non è la complicità dei popoli europei».
Tra le ragioni che hanno spinto i membri dell’equipaggio ad agire c’è stata anche «la vergogna del sistema mediatico del nostro Paese», giudicato da Romano “inadeguato” a denunciare due anni di bombardamenti: «Abbiamo vissuto un genocidio in diretta Instagram perché i nostri telegiornali tendenzialmente non lo raccontavano» ha sottolineato con amarezza. «Il primo anno di quello che è successo a Gaza non c’era un articolo che non parlasse per almeno il 70% prima di cosa fosse successo il 7 ottobre e poi in un trafiletto del genocidio in atto».

Per il consigliere, inoltre, il sistema dell’informazione ha creato un doppio standard tra palestinesi e israeliani: «Non si vuole sminuire l’importanza dell’attacco terroristico compiuto da Hamas, ma è evidente che è passata l’idea che la vita di un palestinese non valga quanto quella di un israeliano. Ricordo centinaia e centinaia di articoli in cui si parlava delle persone uccise da Hamas e poi dei palestinesi “morti” a Gaza. Perché non si poteva dire che Israele stava uccidendo degli innocenti, anche se lo sapevano tutti?»
Ha voluto inoltre porre l’accento sulla struttura politica presente oggi in Israele da diverse parti politiche definita “unica democrazia del Medioriente” e ha sottolineato: «Posso dire che Israele non è più uno Stato democratico. Perché sono stato rapito da quel governo. Sono stato umiliato da quel governo e mi è stato impedito di parlare con il mio avvocato da quel governo».
Al termine della serata c’è stato un momento dedicato alle domande da parte del pubblico e, su una domanda riguardante il ruolo dell’Unione Europea nella gestione della questione mediorientale, Romano ha auspicato che «l’Unione Europea acquisisca un processo decisionale che possa portare a una posizione unica per tutti i 28 Stati membri».
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