Jim Corsi, l’uomo che fermò Wayne Gretzky
Tampere, Finlandia, 1982: l'Italia degli oriundi affronta i fenomeni canadesi guidati da "The Great One". Ma un portiere con i baffi regalò un pareggio storico agli azzurri
(d. f.) Quarto appuntamento con la terza serie di “Alla Balaustra”, la rubrica ideata e scritta da Marco Giannatiempo, curata dalla redazione sportiva di V2 Media/ VareseNews e dedicata alla cultura e alle storie dell’hockey su ghiaccio. Oggi per la prima volta sfioriamo l’argomento “Varese” perché il protagonista è un mitico e baffuto idolo della tifoseria dei Mastini, Jim Corsi. Qui, però, in versione portiere della Nazionale in un’occasione che ha fatto la storia del ghiaccio tricolore.
“Alla balaustra” ha cadenza quindicinale e viene pubblicata il primo e terzo (ed eventualmente quinto) lunedì pomeriggio di ogni mese. I venti racconti delle prime due stagioni e il box con le puntate trasformate in podcast sono disponibili in fondo all’articolo.
14 aprile del 1982, l’anfibio di un soldato britannico calpesta un volantino ciclostilato che riporta la scritta “Las Malvinas son argentinas”, uno di quelli fatti lanciare sulle isole Falkland dal presidente generale e comandante in capo dell’esercito argentino Leopoldo Galtieri, che aveva appena ordinato l’invasione di quei territori, scatenando la reazione del primo ministro britannico Margaret Thatcher. Lei che proprio in quel contesto si meritò l’appellativo di “Lady di Ferro”, gestendo l’operazione che in pochi giorni sbaragliò le forze avversarie. Ventiquattro ore più tardi, a 15mila chilometri di distanza, viene ingaggiato il disco che dà il via alla 48° edizione dei Mondiali di Tampere, in Finlandia: una competizione importante per l’Italia che ha da poco aperto ai giocatori “oriundi”, perlopiù canadesi con origini italiane, spesso con doppio passaporto che possono decidere di giocare per la nazionale azzurra.
L’Italia gioca la sua terza partita il 21 aprile, incrociando i bastoni con il Canada, una delle squadre favorite che scende sul ghiaccio con una formazione stellare: basti pensare che otto dei giocatori presenti quella sera qualche anno più tardi si meriteranno l’ingresso nella Hockey Hall of Fame. Tra loro c’è anche un certo Wayne Gretzky, “The Great One” forse il giocatore di hockey più grande di tutti i tempi.
Un’Italia che forse non era la più forte mai vista, ma aveva grinta e coraggio da vendere, a partire dal suo portiere, un ragazzo di 28 anni di chiare origini italiane, diventato goalie quasi per caso, visto che prima di mettere i pattini faceva il centravanti nei Montréal Olympique, prima squadra di calcio professionistico della città. Poi l’hockey, nel ruolo di portiere, situazione che fa emergere l’istinto e le incredibili doti che gli consentono di arrivare sino in NHL con Edmonton. Il suo nome? James “Jim” Corsi.
La partita inizia con il Canada che vuole chiudere immediatamente la pratica Italia, iniziando a produrre una mole di gioco impressionante: all’indirizzo di Corsi arrivano dischi da ogni angolazione, con il portierone che para tutto, o quasi visto che sulla discesa solitaria di Bill Barber non ci può fare davvero nulla, con il Canada che a 14:51 del primo periodo passa in vantaggio.
Foglie d’acero ancora in avanti, pure troppo, visto che Ricky Bragnalo è bravo a soffiare un disco di rimessa liberando Cary Farelli che a 3″ dalla sirena segna il gol del pareggio.
Si torna sul ghiaccio con il Canada piuttosto disorientato: Gretzky prende in mano le redini della partita e comanda l’assalto alla porta avversaria, lui stesso centra per tre volte di fila lo specchio ma Corsi dice di no anche al “The Great One” pinzando un disco in spaccata diretto nell’angolo alto della porta. Il Canada però infine segna di nuovo sfruttando una situazione di superiorità con Bob Gainey. Il periodo volge al termine quando l’azzurro John Bellio recupera un disco liberando Bragnalo che fredda l’estremo canadese a 2″ dal suono della sirena. Si va negli spogliatoi in perfetto equilibrio, ma ora gli azzurri ci credono.
La terza frazione si apre in un clima surreale, con gli azzurri che iniziano subito forte: Bragnalo, ancora lui, raccoglie un bel disco, finta il tiro, gira Costante Priondolo che trova il gol del 3 a 2. L’allenatore canadese, furioso, lancia la lavagnetta fuori dalla panchina. L’Italia prova a contenere la reazione canadese, ma le energie spese ora si sentono: due belle occasioni portano i nordamericani vicini alla marcatura, con Corsi che para il cinquantaduesimo tiro ancora a Gretzky il scuote il capo, ma Jim nulla può fare sulla corta respinta raccolta da John Van Boxmeer che a 6 e 39 pareggia le sorti (3-3). Azzurri che erigono una vera e propria barricata, proponendosi solo di rimessa. Al suono dell’ultima sirena l’Italia festeggia quel pareggio come una vittoria.
Non arriveranno né coppe né medaglie, ma quel giorno l’hockey azzurro ha scritto una delle pagine più belle della sua storia, mettendo sul ghiaccio grinta e sacrificio, trasformando quella partita in un attestato di rispetto che il mondo intero dichiarò all’Italia dell’hockey. Protagonista assoluto Jim Corsi, il portiere che si trasformò in Davide e non ebbe paura di guardare negli occhi Golia.
ALLA BALAUSTRA – Leggi le puntate precedenti
IL PODCAST – “Dalla Balaustra” è anche un podcast trasmesso su Radio Materia e disponibile sulle principali piattaforme di ascolto. Nel box sottostante trovate tutte le puntate pubblicate fino a ora.
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