Tumore al seno: prevenzione, cure e sostegno psicologico al centro dell’incontro di Andos Varese

Dalla Breast Unit dell’ASST Sette Laghi al supporto psicologico di Andos: dati, cure sempre più personalizzate e una rete di accoglienza che accompagna le donne nel percorso di prevenzione e guarigione

Radio Materia

A Radio Materia una nuova puntata di Soci All Time, la trasmissione realizzata in collaborazione con CSV Insubria. Tra le associazioni protagoniste della provincia di Varese, a parlare ai microfoni di Radio Materia è Andos Varese, che si occupa da anni di sanità e, in particolare, alla lotta contro il tumore al seno.

Ospiti della puntata la professoressa Francesca Rovera, responsabile della Breast Unit dell’ASST Sette Laghi, la dottoressa Luisella Ferrari, psicologa di ANDOS Varese Milano, e Paola Molinari, vicepresidente dell’associazione. Un confronto che ha messo al centro dati, esperienza clinica, supporto psicologico e ruolo fondamentale del volontariato.

I numeri: una malattia frequente, ma sempre più curabile

Il tumore al seno resta la neoplasia più diffusa tra le donne a livello mondiale. In Italia si registrano circa 57mila nuove diagnosi ogni anno, mentre in provincia di Varese i casi oscillano tra gli 850 e i 950. Un dato che restituisce con forza la dimensione del problema, ma che porta con sé anche una buona notizia: la mortalità è in calo.

«Aumentano le diagnosi – ha spiegato la professoressa Rovera – ma sempre più donne vincono questa battaglia. Il merito è della diagnosi precoce e delle terapie sempre più mirate e personalizzate». Oggi i trattamenti oncologici non sono più standardizzati, ma costruiti su misura per ogni paziente, in base alle caratteristiche biologiche del tumore.

«Il concetto chiave è correre più veloci della malattia: intercettarla quando è ancora piccola significa aumentare drasticamente le possibilità di guarigione», ha ribadito la specialista.

La Breast Unit: una squadra, non solo un reparto

Dal 2016 la Regione Lombardia ha formalizzato la nascita delle Breast Unit, oggi 38 su tutto il territorio lombardo, centri certificati che garantiscono qualità e multidisciplinarità nel trattamento del tumore al seno.

La Breast Unit dell’ASST Sette Laghi, diretta dalla professoressa Rovera, non è solo un reparto chirurgico ma una vera e propria struttura di presa in carico globale della persona: chirurghi, oncologi, radioterapisti, psicologi, fisioterapisti e associazioni lavorano insieme per accompagnare la donna in tutte le fasi della malattia.

«Non curiamo solo la malattia – ha spiegato Rovera – ma la persona. L’atto chirurgico è importante, ma non basta. Il supporto umano, psicologico e riabilitativo è parte integrante della cura».

Prevenzione e screening: non rimandare

Lo screening mammografico in Lombardia è oggi esteso alle donne tra i 45 e i 74 anni, con controlli annuali fino ai 50 e biennali successivamente. Ma la prevenzione, ricordano gli esperti, non può fermarsi ai programmi istituzionali.

«Ogni donna dovrebbe prendersi cura del proprio seno fin da giovane – ha spiegato Rovera –. La prima ecografia è consigliata intorno ai 18-20 anni, poi controlli regolari dai 30. L’abbassamento dell’età alla diagnosi è un dato che osserviamo anche sul nostro territorio: circa il 7% delle pazienti ha meno di 40 anni».

Un messaggio che invita a non sottovalutare alcun segnale e a rivolgersi subito al medico o ai centri specializzati in caso di dubbi.

Il peso della paura e il valore della psicologia

Se da un lato la medicina fa progressi enormi, dall’altro resta ancora forte l’impatto emotivo della parola “cancro”. «Per anni è stata sinonimo di morte – ha sottolineato la dottoressa Ferrari – e questo retaggio culturale condiziona ancora oggi l’adesione allo screening».

Secondo la psicologa, la sfida più grande è proprio cambiare questa narrazione: «Il tumore al seno oggi è una malattia curabile, con alte percentuali di guarigione. Ma serve accompagnare le donne a superare la paura e a diventare protagoniste attive della propria salute».

Andos Varese, con i suoi oltre 50 comitati in Italia, lavora ogni giorno per questo: offrendo colloqui individuali, gruppi di sostegno, attività di riabilitazione e, dal 2024, percorsi strutturati per il recupero fisico ed emotivo tra fisioterapia, attività motoria e supporto psicologico.

In arrivo anche progetti di estetica oncologica, dedicati alle donne in chemioterapia per aiutarle a prendersi cura di sé anche durante il percorso di cura.

Volontariato e accoglienza: nessuna donna è sola

Andos è presente ogni giorno negli ambulatori della Breast Unit e negli screening mammografici con un’attività di accoglienza, ascolto e informazione. «Un sorriso, una parola gentile, la presenza di chi ha vissuto la stessa esperienza fanno la differenza», – ha raccontato Paola Moninari.

Accanto alla sanità pubblica, il volontariato rappresenta oggi una colonna fondamentale del sistema di cura. «Le associazioni portano la voce delle pazienti. Sedersi ai tavoli istituzionali è stato possibile grazie alla forza di migliaia di donne che hanno scelto di non restare in silenzio», ha detto Rovera.

Comunicare per curare

Un ultimo tema centrale: la comunicazione. «Il tempo dedicato alla comunicazione è tempo di cura», ha ricordato Rovera citando il codice deontologico medico.

Un concetto condiviso dalla psicologa Ferrari: «Raccontare la realtà per ciò che è oggi, senza drammatizzare né minimizzare, significa aiutare le donne a non fuggire dalla prevenzione».

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chiara.ferraro@varesenews.it
Pubblicato il 04 Dicembre 2025
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