Dipendente “licenziata” dalla Giunta. Il sindaco: “Era d’accordo”

Le motivazioni del primo cittadino Stefano Candiani sulla risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro con la responsabile della ragioneria del comune

Sergio Stevenazzi e Stefano Candiani«Non vedo ragione perché la delibera debba essere revocata». Con queste parole il sindaco Stefano Candiani intende chiudere la polemica che si è aperta in merito alla scelta della Giunta di mandare in pensione Laura Cavallotti, la responsabile della ragioneria comunale. «Aveva già raggiunto nel 2008 l’età pensionabile e non ci aveva ancora comunicato quando avesse avuto intenzione di lasciare il lavoro, un’area per noi molto delicata che necessita di tempi certi, anche per crescere nuove leve» prosegue il primo cittadino, durante una conferenza stampa in cui erano presenti anche l’assessore Sergio Stevenazzi e i capigruppo Rosario Tramontana (Pdl) e Mario Clerici (Lega Nord).

Primo cittadino e assessore raccontano di essere andati nelle scorse settimana dalla Cavallotti per chiederle delle date certe sul suo pensionamento: «Ci ha risposto che aveva intenzione di lasciare il lavoro a dicembre – prosegue Candiani – e non avendo avuto alcuna comunicazione scritta, la Giunta ha pensato di anticipare e accogliere questa volontà. Lei avrebbe potuto dircelo con due mesi di preavviso, ma noi non possiamo organizzarci in due mesi, e come detto prima servono date certe».

Candiani nega anche vi siano state tensioni durante l’approvazione della delibera di Giunta, durante la quale Stevenazzi ha abbandonato l’aula: «Tensioni ce ne sono sempre ma come vedete siamo tutti qui – conclude Candiani -. Inoltre voglio sottolineare che la Cavallotti e stata estremamente professionale in questi anni. Siamo consapevoli che l’esperienza non è un patrimonio privato e personale. Deve essere condiviso. In questi anni avrei molto desiderato vederle crescere una persona accanto, ma non è accaduto. Oggi chiedo alle minoranze di non politicizzare questa situazione: le polemiche non rendono onore neanche alla persona, ne rendono uno strumento politico. Rischia di portare una nuvola sopra la persona. Ripeto: la scelta e stata presa in corrispondenza della sua volontà».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Luglio 2011
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