Scienziati da tutto il mondo a Varese per discutere di scelte etiche in medicina: “Il dialogo è importante perché nessuno resti con il cerino in mano”

Tantissimi studiosi sono arrivati per seguire la tre giorni della 38a Conferenza Annuale EACME. Il professor Mario Picozzi dell'Università dell'Insubria spiega perché è importante scegliere consapevolmente. Da ottobre un ciclo di incontri aperti alla cittadinanza

mario picozzi

Oltre 250 ricercatori e studiosi provenienti da ogni parte del mondo. Dall’Europa, dagli Stati Uniti, persino dall’Australia. La gran parte erano giovani studiosi di biotecnologie, medicina, biologia e bioetica. Per tre giorni, dal 15 al 17 settembre, hanno vissuto a Varese, quartier generale della 38a Conferenza Annuale EACME, l’Associazione Europea dei Centri di Etica Medica.

« Il convegno era dedicato al dialogo – spiega il professore Mario Picozzi docente di etica medica, direttore del Centro di Ricerca dell’Insubria e organizzatore del Convegno in collaborazione con il Provider ECM Summeet – un tema che è diventato importante in questi due anni di pandemia in cui spesso si è sentito discutere di triage o di obbligo vaccinale. L’intento era quello di riflettere sul valore del pensiero etico difronte a grandi temi di natura scientifica e sul contributo che studiosi di etica medica possono portare al dibattito».

La pandemia ha reso emergenti decisioni difficili come quando si doveva decidere chi intubare e chi no durante le prime fase dell’emergenza Covid, oppure se e come imporre l’obbligo del vaccino ad alcune categorie di professioni. 

università insubria

Al centro della tre giorni di convegno, che ha visto la partecipazioni di oltre 200 relatori internazionali che si sono divisi tra azioni, seminari, laboratori dislocati nella cittadella universitaria di Bizzozero, c’erano:
a) Il dialogo sulla bioetica
b) Il dialogo nella pratica clinica
c) Il dialogo con la società e la politica
d) Il dialogo sul futuro: le nuove tecnologie emergenti.

«Negli Stati Uniti – spiega ancora il professor Picozzi – l’importanza della figura del bioeticista è centrale. Il motivo è evidente: il sistema sanitario non è gratuito, il rapporto tra medico e paziente passa attraverso un valore economico. Quindi l’intermediazione di chi inserisce il discorso etico e morale è fondamentale. Diverso il discorso in Italia dove abbiamo un sistema “paternalistico”, dove ci si affida allo specialista che è chiamato a dare la migliore soluzione perchè la salute dei cittadini è un valore tutelato dallo Stato. Sempre più, però, oggi, il singolo decisore, spesso il medico, è chiamato a prendere decisioni difficili che richiedono almeno una compartecipazione da parte del paziente. Ma chi può sostenere l’ammalato nel suo percorso verso la decisione? Ecco che qui interviene l’etica medica, che aiuta, spiega, accompagna per arrivare a una posizione consapevole».

In Italia, aumenta il dibattito su alcuni temi anche grazie alle innovazioni tecnologiche e ai progressi scientifici: parliamo, per esempio, di trapianto di utero, suicidio assistito, fecondazione artificiale. Come affrontare il cammino di decisione?

università insubria

« L’aumento dell’età, delle cronicità, delle patologie neurodegenerative e cognitive implicano l’incremento di situazioni che pretendono di prendere posizione. In ogni percorso ci sarà sempre qualcuno che dovrà assumersi la responsabilità della scelta finale. È giusto che rimanga uno solo con il cerino in mano? L’etica medica è proprio quel sostegno, lungo il percorso decisionale, affinché non rimanga il cerino ma si arrivi a una scelta ponderata e consapevole». 

Il passaggio dalla fiducia nel medico alla condivisione delle decisioni non è semplice né immediato: « Richiede un’evoluzione innanzitutto culturale che metterà medico e paziente in una relazione nuova di collaborazione – commenta il professor Mario Picozzi – Nel nostro paese la discussione è ancora all’inizio. Occorrerebbe avere qualche progetto pilota che inserisca la figura dello specialista in etica medica al fianco del paziente che deve scegliere. Non esiste una risposta unica, né una giusta per tutti: ogni persona è diversa e così il suo processo decisionale. Solo nel dialogo si trova la strada, dove ciascun attore porta il suo pezzo di competenza in una logica di integrazione e confronto».

mario picozzi

Dai luoghi di scienza e di studio, il dibattito si sposterà poi in città. Il professor Picozzi, d’intesa con il Comune di Varese, presenterà un programma di incontri sui temi del dibattito etico : « Porteremo due specialisti che sosterranno posizioni contrapposte e che daranno strumenti per farsi una propria opinione. Saranno confronti pacati per permettere a tutti di farsi un’idea. Si comincia il 27 ottobre alle 17.30 nel Salone Estense dove parleremo di fine vita. Un argomento complesso che deve essere affrontato con responsabilità ed etica, senza sloga e proclami. È un tema complesso che richiede un’apertura culturale nuova. Solo partendo dal dibattito e dal confronto, però, si daranno gli strumenti ai nostri politici di fare sintesi e scegliere».

Per tre giorni Varese è stato al centro internazionale del dibattito su etica, filosofia, deontologia. Con tanti giovani studiosi chiamati a indicare il percorso futuro. 

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Settembre 2022
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Nel frattempo che studiate quand’è che incominciate a fare leva anche voi perché questo sciagurato paese abbia finalmente una legge che regoli l’eutanasia o suicidio assistito?

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