Mercanti di uomini con base in Tunisia, 4 erano a Varese
Operazione contro una organizzazione che procurava falsi documenti per avere i permessi ma faceva lavorare gli stranieri in nero
Quattro mercanti di uomini sono stati arrestati in provincia di Varese. Facevano parte di una organizzazione incredibilmente ramificata, che si faceva pagare da stranieri extracomunitari con la scusa di farli entrare in Italia: li metteva a lavorare nei campi, in aziende agricole, in condizioni di sfruttamento. La beffa, scoperta dai carabinieri di Teramo, era che il costo per un ingresso illegale in Italia era di 5mila euro; di questi, 4000 euro venivano trattenuti dall’organizzazione, 1000 euro, invece andavano ad agricoltori che poi li usavano per sottopagare gli stessi stranieri, facendoli lavorare in condizioni pessime e addirittura di semischiavitù, usando i soldi che loro stessi avevano già versato.
Il gip di Teramo ha firmato 108 custodie cautelari richieste dalla procura. I carabinieri di Varese hanno eseguito i provvedimenti nei confronti di un 54enne marocchino di Cislago, un 50enne marocchino di Saronno, due tunisini di 46 e 35 anni di Azzate.
Secondo le accuse tutto ruotava intorno a un tributarista della provincia di Teramo, Roberto Avigdor, dal quale partivano le false certificazioni che servivano per ottenere i permessi di soggiorno; in pratica gli uomini lavoravano in nero, ma grazie a una falsa documentazione ottenevano il permesso, naturalmente con grande risparmio per i datori di lavoro, che non versavano alcun contributo e riducevano all’osso le retribuzioni. Pare che il gruppo avesse complici in Marocco, Bangladesh, Sri Lanka, Cina e Albania. In Tunisia, c’era addirittura in ufficio dove venivano raccolte le richieste anche di 100 persone al giorno. Le indagini sono iniziate nel 2006, condotte dalla compagnia di Penne dei carabinieri del comando provinciale di Teramo, i pm sono Giampiero Di Florio e il procuratore capo Nicola Trifuoggi. L’operazione è stata ribattezzata «Lavoro pulito».
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