Sposata fuori provincia, prostituta a Gallarate

Il meretricio si svolgeva in un monolocale di via Monte Leone

Non è la prima volta e non sarà  l’ultima. Il meretricio nel gallaratese va avanti, incurante della canicola, come dimostra l’operazione della polizia in un monolocale di un condominio in via Monte Leone. A dare l’allarme, come in una moderna casba della brughiera, sono stati i vicini di casa che avevano notato un viavai sospetto di uomini che, ad ogni ora del giorno, entravano e si trattenevano per pochi minuti in quell’appartamento, occupato da donne cinesi. Verificato che non si trattava di una bocciofila e nemmeno di una laboratorio di agopuntura, i poliziotti intervenivano per identificare le prostitute, verificarne la regolarità del soggiorno in Italia ed accertare eventuali situazioni di sfruttamento o favoreggiamento riconducibili a eventuali protettori. 
La polizia, insospettita dall’uscita di un cliente dall’aria piuttosto soddisfatta, ha fatto irruzione nell’appartamento dove ha trovato i classici «attrezzi del mestiere» che, uniti alle ammissioni dello stesso cliente, soddisfatto ma arrossito, hanno chiarito il quadro della situazione. L’unica donna presente nel monolocale era una cinese di 40 anni con permesso di soggiorno che esercitava la prostituzione previo appuntamento telefonico pubblicizzando la propria attività con inserzioni su un quotidiano. Alla donna è stato già dato il foglio di via obbligatorio con il quale il questore di Varese le vieta di tornare a Gallarate per 3 anni.
La polizia sta inoltre verificando l’effettiva sussistenza del motivo del rilascio del permesso di soggiorno, corrispondente al matrimonio e all’effettiva convivenza con un cittadino italiano in altra provincia della Lombardia. Contemporaneamente il commissariato ha avviato accertamenti per individuare eventuali sfruttatori.       

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Agosto 2009
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