Per il Centro Disabili l’amministrazione di Gallarate pensa a un accordo pubblico-privato
In consiglio comunale l'assessora Allai ha parlato di una scarsa attrattività degli spazi e ha fatto trapelare l'idea di un progetto "in una ex struttura ecclesiastica"

Il Centro Diurno Disabili di Gallarate, con sede a Cedrate in via Canova, forse chiuderà nelle forme attuali, ma l‘amministrazione pensa invece di valutare una struttura in partenariato pubblico-privato. Sarebbe questa la soluzione allo studio, illustrata in consiglio comunale dall’assessora al Sociale Chiara Allai.
«Da notizie ufficiose sembra che un soggetto privato stia approntando questo tipo di intervento ristrutturando gli spazi di un ex struttura ecclesiale» ha detto l’assessora, che ha aggiunto che si potrebbe puntare ad arrivare a farsi carico «almeno del doppio dei soggetti disabili che ne fanno richiesta».
Il punto è che la “domanda” di assistenza esiste: sono più di 50 i cittadini gallaratesi che frequentano centri diurni, undici in via Canova e circa 40 in strutture al di fuori della città (con una compartecipazione media del Comune di 15mila euro per ognuno).
Il numero ridotto di iscritti al centro di via Canova (undici gallaratesi più due da fuori città) segnala le difficoltà del CDD, cui non sono estranee le condizioni dello spazio della struttura di via Canova, che sarebbero giudicati inadatti dalla stessa cooperativa che gestisce il servizio, che per questo – ha riferito Allai – starebbe cercando altre strutture. «Se è lo stesso gestore che sta cercando o forse ha già trovato un luogo differente, che senso avrebbe rinnovare una convenzione molto onerosa per l’amministrazione in uno spazio che non è attrattivo?».
Comunque: la prospettiva resterebbe il parternariato pubblico-privato, da definire meglio.
Di fronte alle preoccupazioni emerse, Allai ha voluto tranquillizzare: «Contatteremo tutte le famiglie degli utenti attualmente in carico per trovare la soluzione migliore per la gestione di ogni singolo caso». E in una chiosa polemica ha anche ribadito che la maggioranza ha «un’elevata sensibilità, anche se sulla stampa si legge il contrario».
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