Un caveau per le opere d’arte a Malpensa
MalpensaSafeArt è lo "scrigno" tecnologico inaugurato oggi da SEA, MLE e Arterìa. Dotato di moderni sistemi di sicurezza, custodirà le opere in movimentazione attraverso l'aeroporto e potrebbe ospitare anche le opere recuperate dalle rovine del terremoto d'Abruzzo
Una caveau per l’arte a Malpensa. Questa la novità presentata oggi presso la Cargo City dell’aeroporto da Sea, la sua controllata MLE-Malpensa Logistica Europa (handling) e Arterìa, società di punta nel settore della movimentazione, tarsporto e installazione di opere d’arte. Si chiama MalpensaSafeArt è sarà sicuro deposito di passaggio per le numerose opere d’arte, spesso del massimo pregio, che vengono movimentate per via aerea, fra compravendite, aste e mostre. All’evento hanno partecipato il direttore generale (Ceo) Giulio De Metrio per Sea, il presidente di MLE, Domenico Iarossi, il presdente di Arterìa Alvise di Canossa, l’assessore alla cultura della Regione Lombardia Massimo Zanello e il suo collge adel Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory. Ospite della presentazione anche Mario Resca, consigliere del ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi.
Il caveau inaugurato oggi, all’avanguardia per le dotazioni di sicurezza, rappresenta un servizio unico a livello europeo, è la sola struttura in mano a un handler indipendente e a disposizione di tutte le compagnie operanti sullo scalo. In un aeroporto che è il sesto d’Europa per la movimentazione di merci (ancora l’anno scorso più di 400.000 tonnellati, pur in discesa come dato rispetto al 2007 per il forfait di Alitalia), in un Paese che è, non c’è bisogno di dilungarcisi, uno scrigno di tesori artistici, sorge dunque una struttura dedicata espressamente alla movimentazione di questi beni fragili e preziosi. In più Malpensa per la posizione è al servizio, in modo naturale, di alcuni fra i più importanti musei italiani, potendo fungere al contempo da hub, almeno questo, per la movimentazione di opere dirette a mostre in ogni angolo del globo, da New York al Giappone.
A proteggere il caveau, che ha una superficie complessiva di 300mq di cui un terzo dedicato al confezionamento a pallet dei carichi, è un sistema di sicurezza degno di Fort Knox: doppi cancelli, controllo biometrico degli accessi, telecamere a circuito chiuso attrverso le quali i proprietari potranno in ogni momento tenere sott’occhio le opere d’arte. Si garantisce peraltro massima riservatezza. Ovviamente il caveau è attrezzato anche per manetenere condizioni ambientali ideali di temperatura e umidità, nonchè per limitare le vibrazioni.
Negli interventi delle autorità l’accento è stato posto sul legame fra cultura, economia e logistica. Senza dimenticare la solidarietà. Per l’assessore regionale Zanello una struttura come quella oggi inaugurata sarà «un tassello importante» nella "filiera" dell’arte. Il presidente di MLE Iarusso ha annunciato che MalpensaSafeArt sarà disponibile per ospitare opere d’arte dell’Abruzzo colpito dal sisma, e il cui recupero è stato una delle preoccupazioni più urgenti, accanto al soccorso diretto alle popolazioni: non è un caso che grande emozione abbia destato all’estero il terremoto anche per i danni inferti alle opere d’arte, spesso assai antiche, di queste terre nel cuore medievale d’Italia. L’offerta, c’è da crederlo, incontrerà positiva risposta.
«Ogni anno in Italia vengono movimentati un milione di "pezzi", si va dal Caravaggio fino all’ultimo artista contemporaneo» fa sapere di Canossa per Arterìa. «In questo campo come ina ltri la logistica è scienza esatta. Sistemi, servizi, strutture, tutto mirato ad un fine specifico. L’oper ad’arte è un po’ come un bebè, spostarla è come toglierla ai suoi padri putativi, i custodi delle istituzioni museali, e in Italia di queste solamente ne abbiamo circa 4000, oltre a 2500 siti archeologici. A Roma presenteremo a breve il nostro progetto per una rete nazionale dedicata alla custodia e restauro delle opere: perchè il valore di queste diventa davvero tangibile quando si dà loro un percorso».
Il consigliere ministeriale Resca ha posto un problema concreto: la progressiva perdita di potere attrattivo del nostro sistema museale e dei beni culturali a fronte dei successi di istituzioni estere. Parigi, New York o Bilbao sono lontane, i più celebri musei d’Italia sono ben oltre il ventesimo posto i termini di visite. Serve quindi reimpostare una politica dell’arte, per l’arte: «non possiamo essere sacerdoti della cultura, dobbiamo al contrario portarla ai non iniziati». L’assessore alla cultura del Comune di Milano (vedere alla voce: Malpensa, Comune di Milano ndr) Finazzer Flory ha cantato le lodi del futurismo in questo tempio della modernità e del movimento. «Marinetti non negava la cultura, ma la sua retorica, affermando l’auto è più bella della Vittoria di Samotracia. Erano artisti che credevano che il futuro fosse oggi, non domani, e che quanto non era in movimento, dinamico, non era arte. Che l’uomoe la macchina non fossero concetti contrapposti, ma complementari». Su tali basi ideali l’assessore milanese nega ogni «materialistica contrapposizione» nel mondo dell’arte, tra economia e cultura, committenti e fruitori, e così via. L’arte diventa così un flusso, un divenire. Che passa per il sicuro caveau di Malpensa.
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