Tra il Lambro e il Molgora nasce il parco della Cavallera
I campi agricoli tra Agrate e Vimercate sono da oggi sotto "chiave". È stato costituito ufficialmente il parco che garantirà uno spazio aperto tra due aggloomerati in espansione
È nato il Parco della Cavallera. Si tratta di un’area situata nella porzione nord-est della provincia di Milano, nel contesto dell’alta pianura asciutta, un ambito caratterizzato da significativi episodi di espansione urbana, a scapito del paesaggio agrario.
Il processo di sviluppo dell’area, acceleratosi fortemente a partire dagli anni ’60, è avvenuto sulla base di modalità insediative che non hanno compromesso in modo significativo il territorio compreso tra le fasce di naturalità lungo il Lambro e il Molgora, tutelate dai parchi omonimi, nel quale la presenza di spazi agricoli appare ancora rilevante e che assiste al progressivo formarsi della nuova conurbazione Agrate-Vimercate, che rischia di chiudere i rapporti con l’area del Molgora. In tale ambito il sistema agricolo, in cui prevalgono, oltre alle superfici a seminativo e a prato, gli impianti florovivaistici e le colture orticole, appare ancora riconoscibile e apprezzabile, rivestendo notevole importanza in quanto elemento di interfaccia e di relazione tra i diversi sistemi insediativi e, almeno in prospettiva, per la possibilità di istituire un rapporto privilegiato tra i margini dei tessuti urbani e lo spazio aperto.
Il processo di sviluppo dell’area, acceleratosi fortemente a partire dagli anni ’60, è avvenuto sulla base di modalità insediative che non hanno compromesso in modo significativo il territorio compreso tra le fasce di naturalità lungo il Lambro e il Molgora, tutelate dai parchi omonimi, nel quale la presenza di spazi agricoli appare ancora rilevante e che assiste al progressivo formarsi della nuova conurbazione Agrate-Vimercate, che rischia di chiudere i rapporti con l’area del Molgora. In tale ambito il sistema agricolo, in cui prevalgono, oltre alle superfici a seminativo e a prato, gli impianti florovivaistici e le colture orticole, appare ancora riconoscibile e apprezzabile, rivestendo notevole importanza in quanto elemento di interfaccia e di relazione tra i diversi sistemi insediativi e, almeno in prospettiva, per la possibilità di istituire un rapporto privilegiato tra i margini dei tessuti urbani e lo spazio aperto.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Paolo Cottini su Colle di Biumo, il 5 gennaio la conferenza di VAS a Varese per decidere il futuro dell'area
angelo_spiteri su Il Comitato varesino per la Palestina torna in piazza: "Non ci fermiamo nemmeno a Natale"
axelzzz85 su I sindacati dei frontalieri contro il decreto sulla tassa della salute: “Andremo alla Consulta”
robertolonate su Il Natale che non si vede
robertolonate su Il Natale che non si vede
Alessandro Zanzi su A Varese Confcommercio chiede la sospensione dei lavori della ciclabile in viale Belforte, il Comune fissa un sopralluogo






Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.