Piccione con zampe legate a Gallarate. “È morto sull’asfalto bollente”
L'episodio odioso a metà giornata di martedì: l'animale morto nonostante il soccorso di un gruppo di cittadini
Un animale torturato, morto sotto il sole cocente: episodio odioso avvenuto a metà giornata di martedì 30 luglio a Gallarate e segnalato da un lettore, intervenuto con altri nel tentativo di salvarlo.
«In piazza Libertà c’era un povero colombo sdraiato sull’asfalto bollente, sotto al sole che si agitava impossibilitato a volare. Due signori e la barista di Godo hanno notato che aveva le zampe legate tra loro da un laccio stretto. Con l’aiuto di alcune forbici, con le mani e con tanta pazienza hanno provato a tagliare questo laccio e srotolarlo, ma il povero uccello è spirato. Eravamo tutti sgomenti. Morire perché qualcuno ha deciso che di divertirsi a scapito di un povero colombo che ha avuto la sfortuna di trovarsi di fronte a male intenzionati. Vorrei che questa storia sensibilizzasse tutti noi a non maltrattare nessun essere vivente, animali indifesi in primis».
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Non sono rari i casi in cui la violenza sugli animali è solo il preludio di una violenza che si esprime in modo ancora più grave su donne, bambini e sui più fragili in generale; molti serial killer sono stati bambini torturatori di cani, gatti, lucertole e quant’altro…
Non vogliamo esasperare le cose? Va bene, fermiamoci all’episodio in sé: il sadismo del torturare a scopo di uccisione un esserino innocuo e il godimento che deve derivarne. Il piacere di procurare sofferenza.
Bene, adesso qualcuno mi spieghi a che pro, che si parli di piccioni, di ragni o di esseri umani, qualcuno mi spieghi PERCHÉ godere della sofferenza di altri esseri viventi.
Davvero, spiegatemelo, perché io proprio non ci arrivo…
Il male è sempre esistito e sempre esisterà. Ne abbiamo a che fare ogni giorno, a partire magari da semplici atteggiamenti che giudichiamo come “nevrotici”, al responsabile in ufficio che soggioga i dipendenti creando un clima infernale, a gente repressa e stressata che poi sfoga la loro inettitudine su persone più deboli ed innocenti. Ogni volta che esco di casa vedo la diffidenza e la rabbia nello sguardo di sempre più persone….
Quello che è cambiato è la nostra reazione di fronte ad episodi di violenza sempre più diffusa e sempre più capillare. L’eccessivo buonismo, la tolleranza, la ricerca di responsabilità e colpe “esterne” all’individuo non ha fatto altro che trasmettere un solo e chiaro messaggio a tutti i repressi-pazzoidi del mondo: agite pure e sfogatevi….tanto rischierete pochissimo se non addirittura nulla.