“Regna la rogna”: San Tps aiutaci tu!
Teatro gremito per la prima delle quattro serate varesine dei Legnanesi, tra litigi di cortile e beccate a Prodi, Berlusconi e Padoa Schioppa
Ancora una volta i Legnanesi in trasferta conquistano Varese, e lo fanno con i soliti grandi numeri: un migliaio i biglietti venduti per la prima serata di giovedì 22 novembre (vedi in foto il teatro gremito), già a buon punto le vendite per le prossime tre serate (venerdì e sabato alle 21, domenica alle 16).
Protagoniste del nuovo spettacolo della compagnia dialettale sono sempre le piccole grandi sfortune delle comari di Legnarello, con al centro la mitica famiglia Colombo: la Teresa, la Mabilia e Giovanni. Se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo, e stavolta "Regna la Rogna" a tutti i livelli: lo zio Annibale muore e dopo una serie di equivoci si scopre che ha lasciato tutti i soldi alla Chiesa, senza un centesimo per i parenti, Giovanni sembra aver vinto al Gratta e vinci, poi si scopre che aveva comprato… un Gratta e sosta. Il sogno di Mabilia, una bella vacanza da vip in una località chic, dove poter incontrare tutte le sue star, è irrealizzabile: dopo decenni di lavoro in fabbrica, i soldi non ci sono. Finalmente, però, la sospirata vacanza arriva per tutte: peccato che la spiaggia della previdenza sociale dove vanno a prendere il sole, dominata da un bagnino-aguzzino, sia vicina ad un’area di scarico fognario. Insomma, la rogna è sovrana e alla Teresa non resta che rivolgersi a "san Padoa Schioppa": aiuti lui tutti gli italiani a non essere più bamboccioni, magari tenendo presente che non possono contare sul suo lauto stipendio.
Anche giovedì sera i Legnanesi si sono conquistati quasi tre ore di applausi e risate, con il loro irresistibile mix di comicità e grottesca messa in scena dei problemi della povera gente; ci si lamenta della "rogna" ma non senza autoironia, è la stessa Teresa, credendo di essere diventata milionaria al Gratta e vinci, ad ammettere che «già i poveretti non li sopporto più», mentre Mabilia a volte finge di disdegnare i ricchi quando il suo più grande desiderio è diventare uan di loro. Spiace solo per un certo insistere su battute all’insegna di luoghi comuni sugli immigrati, dal pullulare di cinesi alle ondate dei romeni, passando per gli arabi un po’ ovunque nelle nostre città, che in Bu…come buleta e Pover Crist Superstar non c’erano. Ma forse, la comicità dissacrante dei Legnanesi anche questa volta ha fatto il suo dovere, mettendo a nudo i disagi dell’uomo comune che si trova di fronte alle novità e alle paure di una società che volente o nolente diventa multietnica. Ci si riconosce. E si ride.
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