Oasi Boza, nulla è cambiato
Legambiente, Lipu e Oipa tornano a denunciare l’incuria e il degrado nelle quali versa l’area naturalistica cassanese e attaccano gli amministratori comunali
Oasi Boza, un anno dopo. Legambiente di Cassano Magnago, Lipu e Oipa tornano a denunciare l’incuria e il degrado nelle quali versa l’area naturalistica cassanese. Lo scorso ottobre le stesse associazioni ambientaliste portarono alla luce con tanto di foto lo stato di abbandono dell’oasi: passerelle marcescenti e pericolanti, pannelli didattici e cartelli del regolamento rovinati o imbrattati, capanno sporco e oggetto di scritte poco consone al luogo, rifiuti abbandonati qua e là.
«Dopo aver segnalato il degrado senza alcun esito ed aver sensibilizzato la cittadinanza sull’importanza della tutela dell’area, anche attraverso una raccolta di firme, abbiamo sottoposto una proposta di mozione a tutti i gruppi consiliari di Cassano Magnago – spiegano in una nota Legambiente, Lipu e Oipa -. Il 30 ottobre 2006 il consiglio comunale ha approvato all’unanimità il contenuto di tale documento che conteneva come punti sostanziali l’ eliminazione degli elementi di degrado, la messa in sicurezza dei sentieri e delle strutture che al momento potevano creare pericolo ai visitatori, il ripristino della segnaletica riportante il regolamento, l’attivazione di una convenzione per la gestione dell’area al fine di mantenere le finalità di conservazione della biodiversità, educazione ambientale e miglioramento della fruizione, l’scrizione nel bilancio comunale 2007 di 20.000 euro per la realizzazione degli interventi e per il raggiungimento degli obiettivi di cui sopra. Durante quella seduta i rappresentanti dell’amministrazione comunale cittadina hanno parlato di un possibile accordo con il Parco del Ticino per la tutela dell’area e ribadito l’importanza della salvaguardia della stessa. Giorgio Soldatini, Paolo Aliprandi, Aldo Morniroli, Angelo Palumbo, Antonio Diani, Mirko Frascino: tutti d’accordo sulla difesa con soluzioni ed interessi più o meno spiccati».
Dopo più di un anno di attesa, dei buoni propositi di chi governa Cassano Magnago nemmeno l’ombra, come dimostrano le foto nella galleria. Rispetto a un anno fa è stato solo ripristinato un ponticello, ma la pericolosità delle passerelle è complessivamente aumentata, così come è maggiore il degrado delle strutture. «Nei mesi scorsi il sindaco Aldo Morniroli si è dimostrato particolarmente interessato alla vecchia escavatrice abbandonata nell’Oasi Boza – prosegue la nota delle associazioni ambientaliste -. Infatti, ad una lettera di Legambiente che gli chiedeva le ragioni del taglio della robinia che cresceva all’interno degli ingranaggi della stessa, in data 15 maggio 2007 ha risposto che tale scelta deriva dalla volontà di preservare, con l’intento futuro magari anche di recuperare, proprio la vecchia scavatrice “che rappresenta una testimonianza unica e preziosa del passato lavorativo di Cassano Magnago”, la cui struttura metallica poteva essere compromessa proprio da questa robinia che invecchiando troppo rischiava di diventare un pericolo per questa nostra testimonianza di archeologia industriale. Malgrado tanto interesse, oggi la vecchia escavatrice si presenta in questo modo: coperta di fogliame all’esterno e con parecchi rifiuti all’interno della cabina del manovratore. C’è poco da aggiungere. Riteniamo che abbiano già parlato a sufficienza gli amministratori di Cassano Magnago».
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