Il Ministro dell’Istruzione chiarisce: “Educazione al rispetto obbligatoria, niente stop all’educazione sessuale”
Giuseppe Valditara definisce “falsa” la tesi secondo cui il ddl sul consenso informato eliminerebbe l’educazione sessuale e spiega di non voler creare confusione sui generi
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è intervenuto per chiarire i contenuti delle nuove Linee guida sull’educazione civica e le recenti polemiche sull’educazione sessuale nelle scuole.
«Le nuove Linee guida – ha spiegato Valditara – prevedono come obiettivi di apprendimento, dunque obbligatori, l’educazione alle relazioni e l’educazione al rispetto, verso chiunque e in particolare verso la donna. Chi oggi protesta non lo aveva mai previsto prima».
Secondo i dati raccolti dal Ministero attraverso un questionario inviato agli istituti superiori, il 90% delle scuole ha già avviato corsi di educazione alle relazioni e al rispetto, e nel 70% dei casi gli insegnanti hanno registrato miglioramenti nel comportamento degli studenti.
«Abbiamo stanziato oltre 3 milioni di euro per la formazione dei docenti, affidata a Indire, e altri 13 milioni per le attività in classe. Mai prima d’ora erano state destinate risorse simili a queste finalità» ha aggiunto Valditara, annunciando che i temi del rispetto, delle relazioni e dell’empatia entreranno anche nei nuovi programmi scolastici.
Sul tema dell’educazione sessuale, il Ministro ha voluto distinguere i piani: «I femminicidi non si combattono con l’educazione sessuale: nei Paesi del Nord Europa, dove si fa da decenni, i tassi di violenza sono più alti che in Italia. L’educazione sessuale è invece importante per far conoscere il corpo, proteggerlo dalle malattie sessualmente trasmissibili e sviluppare consapevolezza affettiva e biologica».
Valditara ha respinto come “falsa” la tesi secondo cui il ddl sul consenso informato eliminerebbe l’educazione sessuale. `«Al contrario – ha dichiarato – il testo conferma quanto previsto dalle Indicazioni nazionali. Nelle ore di scienze gli studenti continueranno a studiare le differenze sessuali, la pubertà, la riproduzione, il concepimento e i rischi legati alle malattie trasmissibili».
Il Ministro ha poi chiarito la posizione del Governo sul tema delle identità di genere: «Non intendiamo creare confusione nei bambini insegnando teorie secondo cui esisterebbero più generi oltre a quello maschile e femminile. L’articolo 30 della Costituzione affida ai genitori il compito di educare i figli: è giusto che siano loro a decidere se far frequentare ai propri ragazzi lezioni sull’identità di genere, dopo aver ricevuto adeguate informazioni sui contenuti».
Infine, Valditara ha ribadito che «le lezioni dovranno essere affidate a professionisti seri – psicologi, medici, docenti universitari – e non a associazioni ideologizzate che fanno propaganda nelle scuole. La riforma del consenso informato rappresenta un passo avanti nella cultura del rispetto, non un passo indietro».
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