Amani for Gede: il futuro dei figli di un guidatore di tuk tuk
Amani è un giovane autista di tuk tuk, che da pochissimo è riuscito a far iscrivere suo figlio alla scuola di Merisha for Kenya. Questa è la sua storia
Amani for Gede: tutti per una, ovvero il progetto di una scuola nuova. Una per tutti è invece una scuola che già esiste ed è un modello di speranza, armonia, pace. In una parola locale, Amani, appunto. In Kenya c’è anche chi porta quel nome. Amani è per esempio un giovane autista di tuk tuk che da pochissimo è riuscito a far iscrivere suo figlio alla scuola di Merisha for Kenya.
Amani, guidatore di tuk tuk, ha 35 anni, suo figlio ne ha 6 ed è il più piccolo studente qui. L’economia della famiglia, una moglie e due figli, ruota attorno a un vecchio “salotto”. Il “salotto” è il nome che ha dato al suo tuk tuk, forse il macinino più cigolante di Watamu, mille rumori, velocità limitata, guidato da uno che porta nel nome l’armonia, la pace e la speranza. Anche solo di arrivare alla meta. E il “salotto” di Amani, fortunatamente per lui, ci riesce: pochi spiccioli a viaggio, traballando un po’, ma ci riesce.
«Sono quindici anni che guido il tuk tuk, per la verità anche i taxi, ma non ho l’auto. Per cui, per fare il tassista dovrei noleggiare un’auto: a volte ci riesco, altre volte rimango col mio tuk tuk, a velocità limitata». Ha chiesto a tutti i costi di far entrare Alì a scuola per diversi motivi: in primis perché non può permettersi di pagare la scuola per entrambi i figli. Il primogenito Haji di 13 anni va alla scuola pubblica, Alì ha iniziato a frequentare quella di Merisha for Kenya. «Perché entrambi i miei figli si meritano un’opportunità, l’opportunità di arrivare non un passo avanti, ma cento passi avanti a dove sono arrivato io. Perché il mondo sta cambiando velocemente, questo luogo in primis è già molto diverso dal piccolo villaggio di qualche anno fa».

Amani non ha potuto completare gli studi perché la sua famiglia non poteva permettersi di farlo studiare. Lui, però, ha l’intelligenza di capire cosa sta accadendo qui, tra Watamu, Gede e Malindi: «Qui c’è un forte sviluppo in corso, ma se sei molto povero e non hai studiato, tutto questo non è una vera opportunità. Vorrei che i miei figli studino per essere in grado di cambiare davvero la loro vita in questo luogo che cambia». Investitori stranieri stanno facendo crescere case e attività come funghi, il turismo è in forte espansione, ma come già è avvenuto in altre parti del mondo, quando è calato dall’alto, non è vero sviluppo: spesso è speculazione, se non addirittura degenerazione. E i più poveri, quasi sempre, vengono esclusi dalla “festa”, se non addirittura sfruttati.
Ecco, allora, un motivo di speranza: una scuola. «Qui alla scuola di Gede, mi sono reso conto che i bambini imparano veramente, sono seguiti moltissimo, perché è una scuola tenuta in vita da insegnanti che ne fanno una passione e un proprio orgoglio. Le classi non sono numerose come alla scuola pubblica, mio figlio Alì ha l’opportunità che cercavo».
Amani e la sua famiglia vivono a Timboni, un sobborgo, un tempo molto povero, di Watamu: «Ma vedi cosa sta accadendo?», mentre fa benzina al suo tuk tuk, l’autista mostra il cartello di una nota catena di supermercati europei che sta per aprire un supermercato. Non è un fatto banale, qui: a Timboni sorge il più grande mercato pubblico della zona, un immenso quartiere fatto di banchi e bancarelle dai mille odori e colori, sui quali si vende tutto, dall’alba al tramonto, soprattutto frutta e verdura portata lì dai contadini che vivono nell’entroterra, le aree più povere che lottano quotidianamente contro la siccità. Se a Timboni, il quartiere del mercato, arriva il banco del fresco di una catena internazionale, è una vera rivoluzione: e c’è il rischio che gran parte della popolazione rimanga fuori da lì.

Una scuola nuova, secondo il progetto di Merisha for Kenya, significa dare un posto dignitoso a una grande speranza per gli adulti di domani, in un luogo che si sta trasformando a vista d’occhio.
Per sostenere il progetto: AMANI FOR GEDE – La scuola della speranza – Merisha for Kenya
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
PaoloFilterfree su Martelli: "Sovranisti a parole, genuflessi nella realtà. Così l’Italia si perde"
MarcoCx su Incendio nella notte in una fabbrica a Groppello di Gavirate, decine di uomini impegnati
Felice su Martelli: "Sovranisti a parole, genuflessi nella realtà. Così l’Italia si perde"
Giuseppe Mantica su Concerto di Santa Cecilia: La Casoratese celebra la musica in un viaggio nel tempo e nel mondo attraversando culture diverse
Claudio Pilotti su Il disastro del Campo dei fiori finalista con ANSO al premio AICA con il progetto «Scrivo da un paese che non esiste»
Felice su In 15 anni calano del 50% le nascite nell’alto Varesotto: un convegno per ripensare l’infanzia e la genitorialità






Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.