Come si affronta la rotonda di Largo Flaiano e altre ansie, spiegate da uno psicologo del traffico
A partire dal nuovo snodo varesino durante l'ultima puntata dell'anno di Materia del Giorno si è affrontato il problema di come affrontare il traffico
La nuova rotatoria di Largo Flaiano, a Varese, è stata per settimane al centro di discussioni, polemiche e – in alcuni casi – di veri e propri episodi surreali. Tra automobilisti disorientati e manovre azzardate, la rotonda è diventata il simbolo di una difficoltà più profonda: il rapporto sempre più complesso tra cittadini e guida quotidiana.
A partire proprio da questo snodo urbano, si è sviluppata una riflessione più ampia durante l’ultima puntata di Materia del Giorno che ha visto protagonista Fulvio Figliomeni, responsabile dell’Autoscuola Motta di Varese/Milano e psicologo del traffico.
Figliomeni ha chiarito innanzitutto che la rotonda, dal punto di vista normativo, è assimilabile a un incrocio: in assenza di indicazioni diverse, il principio guida resta quello della precedenza, oggi quasi sempre assegnata a chi si trova già all’interno dell’anello per favorire la fluidità del traffico.
Nel caso specifico di Largo Flaiano, le difficoltà sono amplificate dalla larghezza dell’anello, dall’assenza di una segnaletica orizzontale marcata e dal numero elevato di ingressi. «È una rotatoria che richiede attenzione e allenamento», ha sottolineato Figliomeni, ricordando come la gestione delle corsie e l’uso corretto degli indicatori di direzione siano fondamentali per evitare conflitti tra i veicoli.

Non sono mancati, nei primi mesi, casi estremi come l’ingresso contromano. Episodi che, secondo l’esperto, trovano una spiegazione psicologica precisa: «Molti conducenti guidano a memoria. Quando cambia improvvisamente l’organizzazione della strada, gli automatismi possono portare a errori inconsapevoli».
Un fenomeno noto, che si manifesta soprattutto in situazioni di distrazione o stress. Ed è proprio lo stress uno dei grandi protagonisti della guida urbana a Varese. «La circolazione è nervosa perché le persone sono nervose», ha osservato Figliomeni. La fretta, gli impegni quotidiani causano anche una difficoltà ad interpretare il comportamento degli altri utenti della strada, un problema che incide pesantemente sulla qualità della guida.
Dalla rotatoria il discorso si è poi allargato ad altri temi cruciali, soprattutto in vista delle festività natalizie: l’alcol, il freddo, il ghiaccio e la guida notturna. Sul consumo di bevande alcoliche il messaggio è stato netto: «L’alcol altera la percezione delle distanze e delle velocità anche quando ci si sente perfettamente sobri». Un rischio spesso sottovalutato, perché la guida è un’attività “innaturale” che richiede sensi pienamente efficienti. Morale: «Non ci si deve fidare di se stessi».
Con l’arrivo dell’inverno, prudenza anche su neve e ghiaccio: pneumatici adeguati, velocità ridotta e maggiore distanza di sicurezza restano le regole base. «La tecnologia aiuta, ma non sostituisce il buon senso», ha ricordato Figliomeni, riferendosi anche ai sistemi di assistenza alla guida.
Infine, un accenno alla guida notturna, che d’inverno presenta ulteriori criticità. «La notte può dare una falsa sensazione di protezione», ha spiegato l’esperto, «Ma rilassarsi troppo è pericoloso quanto essere nervosi». La chiave resta l’equilibrio: attenzione costante, senza tensione eccessiva.
Partita da una rotatoria “temuta”, la conversazione ha finito per riportare al centro una verità semplice ma spesso dimenticata: guidare non è solo una questione di regole, ma di consapevolezza, attenzione e rispetto reciproco. Un tema quanto mai attuale, soprattutto in un periodo dell’anno in cui traffico, stress e spostamenti aumentano sensibilmente.
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