Chmmaki spriss alle?

Diario di Matteo Astuti, volontario italiano in Etiopia: è la volta di una delle leccornie etiopi, tra colori e gusti esotici

È una delle cose più meravigliose che ho conosciuto e continuo ad apprezzare della mia esperienza etiope…il chmmaki, per l’appunto! Un trionfo di sapore e di freschezza, una creazione divina anche all’occhio. Scordatevi di berlo normalmente o con l’aiuto di una cannuccia…potreste morire soffocati. Il cucchiaio! Ci vuole il cucchiaio!

Partiamo dall’arancione intenso che caratterizza il primo strato: denso,  sapore dolce, ma un po’ acquoso. Per un principiante parrebbe quasi melone e invece è papaya. In Etiopia è molto gettonato perché si ritiene comunemente che la sua assunzione produca benefici alla fase digestiva.

Passiamo al rosa: un rosa acceso, vivo ma macchiato da una serie di piccoli puntini bianchi. Il gusto è strano, la consistenza è senza alcun dubbio densa, l’impatto al palato è un po’ strano per chi non è pratico di questo frutto: il guava.

Il tocco di colore più impressionante è il verde vivo ed intenso del terzo gusto. Anche qui l’inesperienza potrebbe portare a commettere il grave errore di fermarsi alla prima impressione, ma l’avocado è sicuramente il frutto che più si impara ad apprezzare col tempo. Denso, un sapore che ricorda un po’ superficialmente quello di un formaggio dolcissimo. I più esperti richiedono espressamente un chmmaki tutto di avocado, ma vi assicuro che una volta finito, la sensazione di pienezza è garantita, per cui va sconsigliato a chi lo ordina per accompagnare un piatto.

Ci si rituffa poi in un arancione più conosciuto. È’ dolce, la consistenza abbastanza liquida, ma vi assicuro che piace. E’ il gusto decisamente più richiesto singolarmente, ma attenzione: lo si può trovare solo nella stagione giusta! È il mango.

A questo punto passiamo alla descrizione di quei gusti che non vengono solitamente serviti nello spriss, data la loro consistenza eccessivamente acquosa: l’arancia (no, vi prego, non fate l’errore di pensare alle nostre arance…non ci siamo proprio!), all’ananas. Infine un’ultima chicca, la banana: gusto dalla consistenza e dalla corposità strutturata, ma difficile da trovare. Il perché è un mistero, probabilmente la gente del posto non lo sa apprezzare quanto meriterebbe!

ps: il titolo vuol dire "C’è un succo misto?"

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Pubblicato il 06 Aprile 2006
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