Legambiente: «Si alle ferrovie sostenibili»

L'associazione ambientalista si dice contraria ai due progetti ferroviari per collegare Malpensa con Varese e Sesto Calende

Riceviamo e pubblichiamo

Il Circolo Busto Arsizio di Legambiente intende proclamare ad alta voce la propria contrarietà totale ai progettati due collegamenti ferroviari da Malpensa verso nord, cioè Varese e Sesto Calende. Da anni ci siamo impegnati nello sviluppo del sistema ferroviario di accessibilità verso l’aeroporto Malpensa 2000, in un’ottica di integrazione e di unione con le principali linee ferroviarie ricadenti sul Nord-Italia. Questa premessa non è un Sì incondizionato per ogni traversina, per ogni rotaia. L’ambientalismo scientifico di cui Legambiente è portabandiera implica che si investano le finanze della società post-industriale italiana, risicate in questi anni, in interventi mirati e puntuali. Da quando venne aperta la linea FNM per Malpensa non è stato fatto un passo in avanti, anzi questa infrastruttura langue semivuota e chiusa, come la stazione di Lonate Pozzolo. Del previsto collegamento con Novara-Torino si sono perse le tracce; della Pedegronda ferroviaria per Bergamo-Brescia si allungano artificiosamente i tempi con richieste immotivate; del collegamento tra le Fs e le Fnm a Busto Arsizio manca tutto, meno che il tracciato esistente. Perché? Queste opere sono realizzate al novanta per cento; l’unica risposta possibile è questa: sono appalti modesti, e non godono la spinta di lobby interessate alle sostanziose commesse statali. Un dato vero e reale: nell’anno che sta finendo le ex-Ferrovie dello Stato sono state di gran lunga il primo investitore nazionale, e la saranno per vari anni futuri. Ecco il motivo dell’assalto ai carri. Contestiamo anche le modalità del progetto, sia come studi di fattibilità economica e trasportistica, sia come mancati rapporti di valutazione locale ed ambientale. Nei territori "leghisti" del Varesotto ci si affida alla illiberale "legge obbiettivo", romana e verticista, per realizzare opere da "Cassa del mezzogiorno padano". Tutto questo mentre l’aeroporto di Malpensa è in balia degli eventi mondiali ed europei, perde traffico e non vede luce in fondo al tunnel della recessione globale, dello sviluppo finito. Il Parco del Ticino è area tutelata dall’Unesco; la brughiera di Casorate autentica accademia nazionale di equitazione. Nell’ Italia dove l’illegalità degli abusi edilizi è necessaria per reperire essenziali risorse ossigenatrici di uno stato prossimo alla bancarotta, si autorizzano da Roma assurde direttrici ferroviarie per un’azienda incapace di fare la manutenzione ordinaria su locomotive e vagoni, come ben sanno gli utenti, quotidianamente coinvolti nei guasti e nei disservizi, con il personale in caduta libera. Probabilmente alle spalle di questi scempi territoriali – anche una linea ferroviaria inquina e consuma l’ambiente – ci sono interessi elvetici di trasportatori a conoscenza che nel nostro Belpaese bastano pochi spiccioli nelle tasche giuste per portare a casa il Duomo di Milano, il Vesuvio ed il Colosseo. Ci appelliamo a tutti i cittadini, a tutte le Amministrazioni, a tutti i rappresentanti politici affinché evitino l’ennesima sottrazione di legalità e di ambiente, almeno fino a quando non saranno certificate le prospettive economiche ed infrastrutturali delle due linee imposte, inserite nel sistema ferroviario vigente, sia attuale, sia già progettato, con impegni e risorse per il rilancio complessivo del trasporto ferroviario in regione. Diciamo basta alle cattedrali nel deserto, basta al territorio mercificato.

LEGAMBIENTE Busto Arsizio

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Pubblicato il 26 Dicembre 2003
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