Dagli una spinta!
C’era un partito, ci pare si chiamasse Forza Italia, che nacque svillaneggiando un giorno sì e l’altro anche i cosiddetti professionisti della politica, quelli che, secondo il leader, non avevano lavorato un solo giorno in vita loro. Lo stesso partito, per voce del capo indiscusso, adesso annuncia che recluterà, stipendiandoli, 2000 giovanotti per bombardare di propaganda gli italiani in vista delle prossime elezioni, grazie alla potenza economica del quarto uomo più potente del mondo intenzionato, in virtù della sua posizione di governo, anche a spazzar via la par condicio. Se parliamo di regime mediatico che incombe sull’Italia qualcuno si offende?
ALBERTUN!
Notevole performance settimanale del professor Ettore Albertoni, leghista già consigliere della Rai. Prima interviene all’inaugurazione del festival interceltico di Busto Arsizio (e chi segue i post it sa che da ‘ste parti consideriamo i celti un simpatico popolo ma legato al nostro vivere quotidiano tanto quanto i Maori e gli abitanti della galassia di Sirio). Poi, vedendo l’anteprima dello sceneggiato tv sulle Cinque Giornate di Milano s’indigna perché i protagonisti “non parlano milanese”. Siamo al punto che il regista Carlo Lizzani ha dovuto mettersi di santa pazienza e spiegare che ha usato l’italiano così anche chi non è lombardo può apprezzare i valori risorgimentali di cui le Cinque Giornate furono testimonianza. Qui a bottega avanziamo una proposta di pace: la prossima volta che qualche cineasta deve occuparsi di padani, li faccia parlare come gli indiani nei western (tipo: “Viso pallido, tu tenere lingua biforcuta!”) così marchiamo la differenza con gli italiani. Che dite, può andare?
SE ME LO DICEVI PRIMA…
Perché la sinistra perde? Perché – si dice – parla solo alle elites, non solo culturali o sociali, ma anche politiche. Ci spieghiamo: Fumagalli e Reguzzoni minacciano di occupare la stazione se Trenitalia non risolve il problema dei pendolari. Il leader ulivista Alfieri replica dicendo che i due occupassero piuttosto l’ufficio del rappresentante leghista nel cda delle Ferrovie. Va bene, ma questo sposta qualcosa per i pendolari varesini? Non sarebbe stato meglio se, prima dei due esponenti leghisti, una mossa altrettanto eclatante l’avessero compiuta rappresentanti del centrosinistra? In caso contrario, come è successo, si regala il campo di una battaglia sacrosanta, come quella dei pendolari, solo all’avversario politico. E più che badare ai passeggeri dei treni, dai l’impressione di badare a fare un dispetto agli avversari politici.
TENDENZA LECCISO
L’università dell’Insubria organizza un convegno sulla comunicazione in politica dove le conclusioni sono affidate a Raffaele Cattaneo, alto papavero della nomenklatura formigoniana. Osservazione numero uno: ma Cattaneo non è lo stesso con il quale l’Insubria si tirava mazzate fino a tre giorni fa dalla colonne della Prealpina? Osservazione numero due: al convegno non parlerà neanche un giornalista, segno che i mass media, per la comunicazione politica, sono considerati alla stregua di un taxi sul quale salire e farsi portare alla destinazione desiderata (e la colpa è tutta dei giornalisti). Osservazione numero tre: il suddetto Cattaneo da qualche settimana compare in appuntamenti pubblici più delle sorelle Lecciso sulla Rai e a noi viene in mente una vecchia canzone dello Zecchino d’Oro che faceva così: «Dai, dai, dai! Dagli una spinta…».
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