Varese sperimenta un modello di assistenza agli anziani non autosufficienti

Presentato agli operatori il modello sperimentale che Asl e Comune di Varese hanno avviato dal gennaio scorso e che riguarda gli anziani non autosufficienti. Se il sistema sarà promosso dai ministeri del Welfare e della Sanità verrà esteso a tutto il paese

Un modello integrato di assistenza socio sanitaria agli anziani non autosufficienti. Varese è stata scelta dai ministeri del Welfare e della Sanità per sperimentare un sistema che, se darà risultati soddisfacenti, verrrà esteso all’intero territorio nazionale.
Asl e comune di Varese hanno ormai avviato dal gennaio scorso un sistema di assistenza domiciliare che vede operatori sanitari e assistenti sociali uniti per individuare il modello adeguato, tagliato su misura sul paziente in modo che questi rinvii il più possibile il ricovero in una casa di cura.

I risultati di questi primi mesi di lavoro ( 28 gli utenti) sono stati presentati questa mattina a Villa Porro Pirelli di Induno, nel corso di un convegno che avrebbe dovuto vedere la partecipazione dei Ministri Maroni e Sirchia e dell’assessore regionale alle politiche sociali Abelli i quali, però, hanno dato forfait a causa di altri impegni. In loro vece sono intervenuti il professor Mario Carletti, che ha seguito le fasi preparatorie di questa sperimentazione al fianco di Maroni, il dottor Bordoni, in sostituzione di Sirchia, e l’assessore regionale alla Sicurezza Massimo Buscemi.

Ricordando le fasi preparatorie, Carletti ha sottolineato come l’attenzione agli anziani sia da sempre un pallino del ministro alla Sanità, condiviso dal collega del Welfare: "Due anni fa abbiamo deciso di analizzare i sistemi socio assistenziali degli altri paesi europei, oltre a Canada e Giappone. Al termine dell’indagine abbiamo capito che non esiste un modello perfetto da importare. Abbiamo pensato che l’anello mancante, nel nostro paese, potesse essere l’assenza di coordinamento tra le politiche sociali e quelle sanitarie. Abbiamo quindi deciso di avviare in Lombardia una sperimentazione in questa direzione scegliendo Varese e Desio. Da questo modello ci aspettiamo di conoscere se la nostra intuizione è vera, in modo da enucleare il modello nazionale. Dalla prossima settimana, infatti, la prima commissione dell’Istituto Superiore di Sanità inizierà a studiare i risultati di questa prima parte del progetto per cercare di rendere quanto più possibile perfetto il sistema. Ricordiamoci che attualmente non esiste al mondo un modello autosostenibile. Questa sperimentazione acquista, quindi, connotati potenzialmente rivoluzionari".

La responsabilità di operatori e famigliari coinvolti in questo passaggio cruciale è, quindi, enorme. Tutti sono chiamati ad agire con grande consapevolezza, valutando benefici e difetti, individuando i meccanismi ancora perfettibili.
Soprattutto gli utenti sono chiamati ad esprimere un giudizio di valore, il cui peso sarà valutato a livello nazionale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Novembre 2004
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