Caso Borri, ora se ne occuperanno la Procura e la Corte dei Conti
Terminati i lavori della commissione d'indagine sull'acquisto dell'ex calzaturificio. Gli atti, su decisone del consiglio comunale, saranno inviati alla magistratura
Con voto unanime di tutto il consiglio comunale gli atti contenuti nella relazione della commissione d’indagine sulle modalità di acquisto dell’ex calzaturificio Borri da parte dell’amministrazione comunale capitanata dall’allora sindaco Tosi, verranno trasmessi alla procura della repubblica di Busto Arsizio e alla Procura Regionale presso la Corte dei conti. Questo l’epilogo della seduta consiliare di venerdì 16 gennaio che ha visto nuovamente protagonista l’affaire Borri. La serata era cominciata con la relazione del consigliere di Forza Italia Mario Crespi incaricato di illustrare i lavori della prima commissione d’indagine della storia del comune. Le anomalie riguardo alle modalità d’acquisto avanzate un anno fa dal consigliere Verga, sono state il filo conduttore dell’indagine conoscitiva. Crespi ha elencato tutti i documenti in possesso, citando date di invio di raccomandate, riunioni, delibere di giunta e bilanci societari, nonché le testimonianze di alcuni dei protagonisti tra cui lo stesso ex primo cittadino che però durante la sua audizione non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Il lavoro della commissione, durato sei mesi ( dal 25 giugno 2003 al 22 dicembre 2003) ha così scandagliato tra le carte, partendo dalla prima raccomandata del sindaco Tosi all’Euromilano, datata 2 maggio 2001 fino al 27 febbraio 2002, data del rogito definitivo, nonché i bilanci di tre società ( Euromilano , Azzurra srl e Binda srl, tutte e tre coinvolte nella vicenda) portando alla luce una serie di incongruenze relative alla proprietà stessa dell’immobile, del prezzo di compravendita, dell’iva imposta (del 20 invece che del 10 per cento) di errori nell’indicare i mappali catastali, visto che in un primo momento erano state dimenticate due unità abitative. Tra i documenti citati anche la procedura d’urgenza con il quale nel mese di agosto era stata approvata una delibera di giunta per l’acquisto dell’ex calzaturificio per trasformarlo nella nuova sede del comune.
"I poteri di questa commissione erano limitati, è stata istituita per fare chiarezza e non per fare conclusioni – ha spiegato poi Crespi – ora è doveroso passare la palla agli organi competenti perché possano verificare se ci sono stati in tutta questa vicenda elementi rilevanti di natura penale e contabile. Senza speculazione credo sia giusto deliberare la trasmissione del fascicolo. In ogni caso lo farei io personalmente". A ribadire la natura politica della commissione è il presidente della stessa, Verga del gruppo dei progressisti: "La commissione non ha voluto fare conclusioni, non era il suo compito. E’ oltremodo evidente come sia giusto inviare gli atti agli organi competenti viste le anomalie riscontrate ". "La lettura della relazione è stata forse un po’ troppo plateale e teatrale avvolgendola con un alone di mistero. Non dimentichiamo – ha affermato invece nel suo intervento Giampiero Reguzzoni ( Lega) che lo scorso 10 febbraio il sindaco Rosa aveva già inviato i documenti in suo possesso alla procura". Prima della votazione si è poi aperta una diatriba se dal punto di vista procedurale fosse corretto che il consiglio approvasse una delibera piuttosto che una risoluzione di indirizzo per invitare la giunta a mandare la documentazione alla magistratura. Alla fine, è prevalsa l’esigenza di dare un segno di unità e la delibera è stata approvata da tutti i consiglieri.
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