Io, docente, vorrei essere valutato dai miei studenti
Gianni Barba commenta il dibattito che sta interessando la futura organizzazione della scuola pubblica. Un dibattito su ore e mesi dove non trovano posto i termini: Apprendimento, Cultura, Saperi
"La Scuola va cambiata"
“Non ci sono soldi e ce ne saranno pochi anche in futuro”.
“A giugno e a luglio i genitori non sanno dove mandare i loro figli”
“Per ogni studente italiano in classe ci sono 8 mq a disposizione”
“ … togliere un anno alle Superiori” cioè da 5 a 4 anni per ottenere la Licenza o il Diploma di Scuola Secondaria di Secondo Grado
Ho estrapolato da un’intervista (e relativo articolo) che il Sottosegretario Roberto Reggi, padre del Nuovo Piano della Scuola Italiana, ha concesso a “La Repubblica” di mercoledì 2 luglio 2014.
Sbalordito. Anzi, sbalordito è poco: sono esterrefatto. Riconosco che l’intervista è breve, ma, in tutta la pagina non sono mai state evocate, nemmeno per sbaglio, parole come Apprendimento, Saperi, Didattica, Cultura. Parole che, ormai, nella Scuola italiana sono obsolete, se non un optional: piano piano, scivolando scivolando, scompariranno.
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