“State vicini a Maynor, può farvi divertire”
Intervista a Daniele Baiesi, ex osservatore dei Pistons e attuale dirigente del Bamberg, che spiega quali possono essere pregi e difetti del nuovo playmaker della Openjobmetis
La Varese che va a canestro attende per domani – venerdì 16, al mattino presto – l’atterraggio a Malpensa di Eric Maynor, l’ultimo acquisto della Openjobmetis che a 27 anni compiuti varca per la prima volta l’Atlantico per vestire una maglia europea dopo alcuni anni in Nba. Maynor si mette così alle spalle gli Usa dove è stato anzitutto una stella del suo college, VCU (Virgina Commonwealth), di cui detiene il record di tutti i tempi per punti e assist; tra i "pro" – fu scelto al numero 20 nel 2009 – la sua carriera è stata discreta e passata soprattutto ad Oklahoma dove è stato riserva di un fenomeno come Russell Westbrook.
Per conoscere meglio pregi e difetti di Maynor ci siamo rivolti a uno dei massimi conoscitori italiani del mercato NBA, il bolognese Daniele Baiesi, ex gm di Biella che per diversi anni è stato scout per i Detroit Pistons prima di firmare – notizia di poche settimane fa – per i tedeschi del Bamberg. Lo abbiamo raggiunto al telefono in Germania, per chiedergli pregi e difetti di un giocatore atteso da tutto il popolo biancorosso.
«Dal punto di vista qualitativo, ritengo che Maynor sia un giocatore di livello superiore; purtroppo ha avuto diversi problemi fisici che non gli hanno permesso di avere continuità. Tecnicamente ha un "primo passo" non velocissimo per gli standard NBA, però è capace di andare via al difensore in altro modo: ha un bel cambio di direzione, ha una discreta esitation che non dà punti di riferimento, sceglie gli angoli giusti, è bravo a mantenere il palleggio sempre vivo. In più, ha mano educata al tiro ed ha una certa abilità nel pick’n’roll». Un giocatore abituato fin da giovane ad attaccare, e che quindi in difesa mostra qualche difficoltà: «Di certo, sull’uomo, non va paragonato a un Dawan Robinson che può dare un apporto superiore: Maynor è un po’ leggero e quindi va protetto dai compagni di squadra; poi come detto va verificato dal punto di vista della solidità fisica».
L’aspetto su cui però Baiesi si sofferma in modo particolare, è quello dell’approccio mentale che può avere Maynor in Europa. «Quando gli americani sbarcano nel Vecchio Continente possono avere reazioni differenti, e questo vale sia quando sono ancora dei ragazzini, sia quando hanno già alle spalle una carriera solida. Certo, a 27 anni non si è più giovanissimi e questo può aiutare, però va considerato ugualmente un rookie (esordiente) e qundi ci sono molti aspetti su cui bisogna prestare attenzione: per quanto riguarda la parte tecnica, bisogna vedere come reagirà alla difesa dura, al metro arbitrale, alle infrazioni di passi e altro ancora. Poi c’è l’aspetto mentale: Maynor è giocatore che in un ambiente positivo può migliorare tutto il contesto, mentre tende un po’ a calare se il contorno non è ottimale. Io credo che gli vada data leadership in modo graduale, senza però schiacciarlo di responsabilità. In questo deve essere brava la società, ma anche il pubblico che spesso è molto esigente: Eric è uno "strumento" che può fare uscire la squadra dalle secche, ma va accompagnato e non deve essere considerato uno con la bacchetta magica in mano. A quel punto potrà divertirsi e fare divertire».
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