Il “grande salto” del San Michele
La ex Biumense di Varese è passata dal calcio a sette del Csi a quello a undici federale. L'allenatore Massimo Roselli: «Non vogliamo fermarci qui, abbiamo un futuro ricco di entusiasmo»
Da questa stagione in Terza Categoria c’è una nuova squadra, il San Michele. Fino a qui tutto normale, ma il retroscena è molto interessante: questo nuovo sodalizio varesino arriva direttamente dal Csi. La Biumense, formazione che negli ultimi anni ha vinto tanto sui campi a sette della provincia, ha deciso di compiere il grande salto, passando dal Csi alla Figc e approdando nel mondo del calcio a undici. Uno dei protagonisti di questa avventura è l’allenatore Massimo Roselli, che ci apre la porta sul "mondo San Michele".
«L’idea è venuta al capitano Pietro Bartolomei, che già aveva fondato la Biumense e che dopo tanti anni positivi di Csi – cinque promozioni in cinque anni – ha pensato a questa nuova sfida, più grande, che coinvolgesse più persone e cementasse il gruppo. Sul finire della scorsa stagione ha manifestato questa idea ed è stata accolta con entusiasmo. Io ero già lì, tutti erano d’accordo e in due mesi è nato tutto».
«È stato sempre Pietro a scegliere il nome della squadra, che ha una forte identità cattolica. San Michele è una figura forte che sconfigge il male essendo a capo dell’esercito celeste».

Sono cambiate anche le maglie: ora sono simili a quelle del Boca Juniors.
«La Biumense aveva i colori biancorossi, ma abbiamo deciso di cambiare anche quelli. Ci siamo guardati un po’ in giro e tra le casacche che più ci piacevano c’era appunto quella stile Boca, che abbiamo deciso di adottare».
Passando al campo e al calcio giocato, come è stato l’impatto con la nuova categoria?
«Devo dire che è stato positivo da subito. All’inizio c’era l’eccitazione per la nuova avventura, ma anche un po’ di timore per un mondo e una categoria che molti di noi non conoscevano. Pensavamo di non essere pronti, invece abbiamo vinto subito alla prima giornata tra l’altro contro l’attuale capolista Don Bosco; ammetto che il livello è buono e sta crescendo. Ci siamo resi contro che in questa categoria possiamo giocare alla grande e toglierci delle soddisfazioni».
Quali sono stati gli aspetti positivi e quelli negativi nell’intraprendere questa avventura?
«La difficoltà iniziale è stata quella di spiegare nel dettaglio come si gioca a undici. Il passaggio iniziale è stato piuttosto difficile, ma abbiamo fatto presto passi importanti; e poi l’entusiasmo dei ragazzi è stato molto utile per agevolare il lavoro. Utiliziamo il modulo 4-3-3 cercando di giocare palla a terra. Nel giro di un mese abbiamo creato una solidità di base molto buona».

Nella prima parte di stagione, però, siete stati abbonati al pareggio.
«A volte abbiamo pagato l’inesperienza e la gestione dei 90 minuti, altre volte invece ci è mancata un po’ di malizia. Avremmo potuto vincerne di più, abbiamo lasciato punti da “polli” subendo troppi gol sulle palle inattive. Nel girone di ritorno però sono convinto che guariremo dalla “pareggite”».
«Ci vediamo come una realtà importante e già l’anno prossimo punteremo alla promozione in Seconda Categoria, ma non vogliamo fermarci. Siamo ambiziosi, vogliamo ingrandirci, magari creando formazioni giovanili e scuola calcio. L’entusiasmo che abbiamo ci porta a essere positivi e convinti di poter diventare una realtà importante per Varese».
LEGGI ANCHE
Figli di un gol minore – Tutti gli articoli della nostra rubrica che racconta il lato nascosto del "pianeta calcio"
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Giuseppe Mantica su Un futuro nella musica per il cardiologo dell’ospedale di Gallarate Giovanni Gaudio in pensione a fine anno
Bustocco-71 su Il pericoloso gioco alla stazione Ferno-Lonate: ragazzini attraversano i binari nel tunnel
PaoloFilterfree su Dall’abbandono alla rinascita: la lunga marcia dell’ex Aermacchi
Felice su Il pericoloso gioco alla stazione Ferno-Lonate: ragazzini attraversano i binari nel tunnel
lenny54 su È arrivato il gran giorno a Monteviasco: dopo sette anni di stop riparte la funivia
Adriana Andriani su Bogno, la Fondazione Sacro Cuore in liquidazione. Bini: "Non c'erano le condizioni economiche per proseguire"
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.