“Legalità o tolleranza? Moschea o non moschea?”
Una riflessione del consigliere comunale Eliseo Sanfelice, nel dibattito sui luoghi di culto musulmani in Italia
Riceviamoe pubblichiamo
Una delle questioni che caratterizza il dibattito politico italiano è la grande questioneal tema della legalità e la confusione che ne deriva. Da un lato un centro-destra (con la Lega Nord in prima fila) che in spregio ai tanto decantati “valori liberali” vorrebbe impedire alle comunità musulmane un banalissimo diritto “riconosciuto” (si faccia attenzione……….semplicemente riconosciuto, non sancito) dalla Costituzione italiana, vale a dire la libertà religiosa, dall’altro, la confusione tipica del centro-sinistra tra legalità e tolleranza. Infatti per il centro-sinistra italiano (e non solo italiano)lo straniero deve essere libero di poter vivere secondo le tradizioni del proprio paese di origine, secondo gli usi tipici, secondo quelle consuetudini. Eh, no! Non ci siamo. In Italia “tutti” (uomini, donne, bambini) devono girare a “viso scoperto”. In Italia non è possibile utilizzare un immobile per una destinazione che non è quella prevista. In Italia l’orario di lavoro viene stabilito dalle parti e, normalmente, il venerdì si lavora. Non è un diritto del musulmano pregare. E’ una facoltà che il datore di lavoro può concedergli. In Italia i bambini si recano a scuola secondo le regole della scuola italiana non secondo il volere dei genitori. Potremmo continuare all’infinito. Ma non occorre. E’ sufficiente che sia chiara la più semplice delle considerazioni. Le regole…….valgono per tutti……cristiani, musulmani, buddisti, ebrei. Le regole dello Stato italiano. Ognuno è libero in casa propria, di pregare chi vuole, di mangiare quello che vuole, di leggere quello che vuole. Ma nella società vigono le regole della società perché tutti sono “uguali di fronte alla legge”. Questo significa che tutti devono comportarsi in modo uguale.
Eliseo Sanfelice, consigliere comunale di Samarate
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