I “giorni della scienza” al Liceo Grassi
Dieci giorni di iniziative anche aperte al pubblico nell’istituto superiore cittadino, tra incontri e presentazioni dedicate al tema: “Scienza appetitosa… il cibo ma non solo”
Il liceo scientifico G. B. Grassi di Saronno batte Expo 2015 con un anno di anticipo. Il tema dell’esposizione generale di Milano, dedicato al cibo, viene anticipato nella sesta edizione de “I giorni della scienza” che avrà come titolo: “Scienza appetitosa… il cibo ma non solo”. Dal 27 gennaio al 9 febbraio prossimi la scuola sarà una palestra di incontri, proposte, riflessioni su un argomento sempre più all’ordine del giorno. I cui protagonisti saranno, sempre di più, gli studenti, ma non solo. Infatti, il programma prevede, quest’anno, non solo mattinate a tema per gli studenti, ma anche momenti di riflessione rivolti ad un pubblico esterno che diventa sempre più affamato, ci si passi il bisticcio, di conoscenza e di momenti di riflessione sul cibo.
«Si parlerà di cucina prendendo il via dal mondo antico, con le ricette, forse non sempre apprezzabili per il nostro palato, del mondo romano, ma certo particolari e curiose, per gli accostamenti arditi che venivano proposti ai contemporanei di Cicerone e Catilina – spiegano dalla scuola -. Ma la cucina è anche tema di riflessione sulla scienza, la fisica, la chimica, la religione, la sociologia. Ed anche la solidarietà, visto che i giorni della scienza offre uno spazio non indifferente al tema del commercio equo solidale, con uno spazio dedicato in cui gli interventi sono proposti dall’associazione “Il Sandalo” di Saronno. Aperta al vasto pubblico la serata in cui il professor Carlo Clerici propone la rassegna cinematografica dal titolo, ovviamente succulento, “L’appetito vien filmando”. Infine, la chiusura della manifestazione sarà domenica 9 febbraio, quando i ragazzi del Gibì presenteranno ai genitori le attività di laboratorio sulle abitudini alimentari dei romani accompagnate da mostre fotografiche e cinematografiche. L’invito migliore che si può fare a questa mostra non può essere, a questo punto, che un “buon appetito”».
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