Vandali prendono di mira il rifugio Remeron
Apertura stagionale con "sorprese": qualcuno ha spaccato il vetro e rubato qualche oggetto. Luci spente nella grotta: i partecipanti alla prima gita, un centinaio di persone, hanno esplorato le sale al buio con la sola luce dei caschetti
Apertura stagionale delle visite alle grotte di Remeron con “sorpresa”. La prima non molto gradevole: ignoti sono entrati nel rifugio che si trova appena sotto l’ingresso delle grotte e hanno portato via pochi oggetti. “Il vetro del rifugio è stato rotto e sostituito con una lamiera da qualcuno che ha avvertito il bisogno di entrare a prendere pinze e cacciaviti – si legge nella pagina Facebook delle Grotte di Remeron -: che dire, tanta amarezza per l’ennesima dimostrazione di ignoranza e inciviltà; se poi ci spiegano perché era importante arrampicarsi sul tetto, togliere la bandiera e bruciarla, ovviamente da vigliacchi non lo spiegheranno mai..”
I responsabili ovviamente non si troveranno, ma ora che è ripartita la stagione la zona sarà senz’altro più sorvegliata.
La seconda sorpresa invece è stata per i partecipanti alla prima gita organizzata dalle Guardie ecologiche volontarie, un centinaio di persone: le luci all’interno della grotta non funzionavano. L’illuminazione ad acetilene, scelta anche per non infastidire i pipistrelli che vivono nella grotta, è saltata, forse danneggiata da qualche animale o dalla pioggia che cade dalle volte della grotta.
Escursione al buio, quindi, sfruttando solo la luce dei caschetti in dotazione. Un fuori programma davvero avventuroso che le guide hanno saputo ben sfruttare: giunti nel Grande Salone, sormontato da due camini ancora inesplorati e dove, ogni Ferragosto, viene celebrata la Santa Messa, i partecipanti sono stati invitati a spegnere tutte le luci e a restare in silenzio.
Un momento davvero suggestivo che ha fatto sperimentare il buio assoluto accompagnato solo dal rumore delle gocce che cadevano. Quel che probabilmente hanno visto e sperimentato i primi esploratori della grotta nel 1900. E come è scritto sulla home del sito: “Il mistero del silenzio è che non fa mai lo stesso rumore”
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