Un posto al Famedio di Milano per Guglielmo Mozzoni

Il 2 novembre Milano attribuirà al grande architetto vissuto tra Milano e Varese, uno dei suoi riconoscimenti più importanti: la presenza civica al Famedio, il "Pantheon dei cittadini illustri al Monumentale

guglielmo mozzoni

E’ l’appartenente a uno dei “grandi cognomi di Milano” ma è statoanche un rappresentante della cultura più profondamente varesina e il 2 novembre Milano gli attribuirà uno dei suoi riconoscimenti più importanti: la presenza civica al Famedio. A presenziare alla cerimonia, di cui farà parte oltre ai parenti del nobiluomo architetto vissuto tra Biumo Superiore e il centro di Milano, non ci saranno solo i parenti e il curatore dei suoi ampi archivi, lasciati per volere testamentario proprio nella nostra città: ma sarà presente,  in rappresentanza di Varese, anche il sindaco Galimberti.

A presentare la giornata, invece, nella sala matrimoni del comune di Varese, c’erano tra gli altri il marchese Gibi Litta, il curatore dell’archivio Mozzoni, Flavio Castiglioni, l’assessore alla cultura Roberto Cecchi.

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COS’E’ IL FAMEDIO

Il Pantheon degli uomini illustri, o Famedio è il luogo, nel cimitero monumentale di Milano, dove vengono ricordate le personalità più illustri della città. “L’onore del Famedio” non comporta necessariamente la sepoltura nel luogo, bensì la menzione del proprio nome. Sono tre le categorie di cittadini considerati degni di passare alla storia: gli “illustri” per meriti letterali, artistici, scientifici, o atti insigni; i “benemeriti” che per “virtù proprie” hanno recato benefici o fama alla città; i “distinti nella storia Patria” che hanno contribuito all’evoluzione nazionale. Al Famedio sono ricordati personaggi come Alessandro Manzoni, Giuseppe Mazzini, Giuseppe Verdi, Francesco Hayez, Salvatore Quasimodo e, più vicini a noi nel tempo Alda Merini,  Franca Rame, Ambrogio Fogar, Enzo Jannacci.
(Le info sono del Comune di Milano)

CHI E’ GUGLIELMO MOZZONI

Figlio del nobile Emilio Mozzoni e di Cecilia Marocco, Guglielmo Mozzoni, la cui residenza è stata sempre divisa tra Varese e Milano, ha passato la giovinezza nella “Villa della 40 colonne”, dimora settecentesca da sempre appartenuta alla famiglia Mozzoni nella Castellanza di Biumo Superiore, a Varese. Laureato in architettura al Politecnico di Milano, negli anni della seconda guerra mondiale – che lo ha visto anche come partigiano attivo – inizia la carriera di architetto, aprendo uno studio a Milano e a Varese insieme ai colleghi Ravasi, Vermi e Ghidini. Uno dei primi progetti riguarda la “Casa di Casorate Sempione”, pubblicato nel giugno 1946 su “Domus”. Nel 1959-63 progetta la Ca’ del Quacc a Bereguardo, ingegnoso esempio di casa “antizanzare” su palafitta. Nel 1964 progetta l’insediamento di Villasimius. Quando nel 1983 i principi Doria Pamphili donano al FAI la proprietà in San Fruttuoso, il progetto di restauro e di valorizzazione dell’intero complesso monumentale, viene affidato a lui. Nel 1998 avvia un lavoro di recupero e restauro del Teatrino di Vetriano, portato a termine nel 2002. Nel 1999 vince il primo Premio Nazionale di Architettura “Trevi Flash Art Museum”, con un progetto per il salvataggio della torre di Pisa. (informazioni dalla sua voce su Wikipedia Italia).

Guglielmo Mozzoni era marito, dal 1965, di Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI, a ci il nobile e architetto ha dato un contributo determinante, nella conservazione e riuso degli edifici, come progettista e direttore lavori a titolo gratuito. Oltre a san Fruttuoso, ad esempio, è sua anche la ristrutturazione di Villa della Porta Bozzolo.

Mozzoni è morto il 31 luglio 2014, a 99 anni, nella sua casa milanese di corso Venezia, e i funerali si sono svolti nella chiesa di san Giorgio a Biumo Superiore. I suoi progetti, disegni e sculture sono raccolti nella Casa delle 40 colonne a Varese per volere testamentario: l’esecutore testamentario è Flavio Castiglioni.

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Ottobre 2016
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