Un grande abbraccio popolare per Giuliano Bignasca
Si sono svolti a Lugano i funerali di Stato del fondatore della Lega dei Ticinesi, morto improvvisamente giovedì notte a soli 68 anni nella sua abitazione
Un lunghissimo corteo sotto la pioggia ha accompagnato nel pomeriggio di oggi Giuliano Bignasca nell’ultimo viaggio su questa terra.
Per i funerali di Stato del fondatore della Lega dei Ticinesi, deceduto improvvisamente per un malore nella sua abitazione giovedì notte, sono arrivati a Lugano tutti i suoi compagni di partito, i colleghi del Municipio ma anche il Presidente del Consiglio di Stato Filippo Lombardi, Marco Borradori e molti esponenti di altri gruppi politici svizzeri, dei sindacati e di associazioni.
Dall’Italia sono arrivati per le esequie anche Umberto Bossi e il neo governatore della Lombardia Roberto Maroni, accompagnati da Mario Borghezio. Ma soprattutto, attorno al Nano – così veniva affettuosamente chiamato dagli amici – si sono stretti tantissimi cittadini comuni. Oltre duemila persone hanno composto il corteo funebre che poco dopo le 15 si è mosso dalla camera ardente allestita nella sede della Lega in via Monte Boglia, verso il Famedio del Cimitero di Lugano, dove si è tenuto il funerale.
Ad aprire il corteo i familiari con il figlio Boris e il fratello Attilio, i più stretti collaboratori e suoi amici di partito. Dopo l’orazione funebre, che in molti hanno dovuto ascoltare all’esterno perché non c’era abbastanza spazio per tutti i presenti, diverse personalità e compagni di partito di Bignasca hanno voluto ricordarlo un’ultima volta. Come il sindaco di Lugano Giorgio Giudici, che ha parlato della sua incredulità alla notizia della morte improvvisa di quello che da anni era un esponente di primo piano della scena politica ticinese, e Marco Borradori che ha ricordato l’impegno di Bignasca per la gente del Ticino e ha voluto salutarlo leggendo una poesia. Il consigliere Norman Gobbi non è riuscito a trattenere la commozione e ha tenuto il suo discorso tra le lacrime.
Dopo le esequie il corpo di Giuliano Bignasca, accompagnato dalle note di "Vita spericolata" di Vasco Rossi è stato cremato.
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