Tifo razzista, la polizia sta identificando una decina di giovani
Filmati e testimonianze, la questura sta vagliando la posizione delle persone che urlavano insulti contro i giocatori di colore. Ipotesi denuncia
La questura sta identificando i sostenitori della Pro Patria che, oggi, durante l’amichevole con il Milano allo stadio Speroni, hanno rivolto con insistenza una serie di «buu» razzisti nei confronti dei giocatori di colore della squadra rossonera. Sarebbero una decina gli ultras che ora rischiano un provvedimento sanzionatorio.
La polizia dispone di una serie di filmati, ma anche di testimonianze dirette per poter ricostruire l’accaduto e le ipotesi al vaglio della polizia sono almeno due. O una denuncia per ingiurie con la possibilità dell’aggravante razziale consentita dal cosiddetto “Decreto Mancino”, oppure una segnalazione che possa culminare con un provvedimento sulla partecipazione agli eventi sportivi, che però deve essere attentamente vagliato dal questore Danilo Gagliardi.
Quanto alla gestione dell’episodio, il Milan ha deciso di abbandonare il campo a causa degli insulti, e dopo il gesto di stizza di Boateng che ha scagliato il pallone contro il pubblico da cui provenivano le urla razziste. Una volta tornati negli spogliatoi, c’è stata una riunione interna dei giocatori del Milan. La questura di Varese ha proposto di tornare in campo, non prima però di aver effettuato un annuncio al microfono che ammonisse il pubblico su una sospensione definitiva della partita se le intemperanze razziste fossero continuate. I giocatori hanno discusso per qualche minuto, poi hanno comunicato alla polizia e all’arbitro che non intendevano continuare.
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